" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Ci metteremo volentieri ancora in Agrupaciòn, che si vada su 'Un'Isola' o chissà dove

 Nel percorso degli Agrupación Señor Serrano è una curiosa anomalia ’Prometeo/Olympus kids’, lo spettacolo sui miti greci in cartellone a Milano, Triennale Teatro, dal 4 al 6 marzo, per il festival FOG. E non solo perché si tratta di una costruzione narrativa pensata per una platea di bambini 6-11enni, ovvero l’unica ‘vietata ai maggiori’, ma anche perché quasi certamente segna l’addio a quello che ormai si potrebbe definire lo stile tradizionale di questo gruppo di Barcellona, fondato nel 2006 da Àlex Serrano.

Stando a quanto dichiarato in un talk al teatro Chiabrera di Savona dal coautore Pau Palacios (italiano d’adozione, anzi ‘altoatesino di Bressanone’, come specifica per gioco lui), il consueto modulo espressivo scandito da voci e suoni registrati, che gioca con le immagini digitali, sia d’archivio e di fonti diverse, sia quelle riprese dal vivo inquadrando gli omini e le miniature varie, insomma quell’impasto di linguaggi freddi mostrati a caldo, con ironia e insieme profondità, a cui ci hanno abituato gli Agrupación Señor Serrano, lascerà spazio a un taglio decisamente più teatrale già a partire dal prossimo progetto ‘Una Isla’, che dovrebbe debuttare nel prossimo marzo.

La possibilità che ‘Un’Isola’, annunciato come lavoro che parte dalla domanda sul senso di comunità nel mondo dell’intelligenza artificiale, si presenti come una vera e propria svolta, verso una nuova cifra narrativa più legata allo spettacolo tradizionale, intuitivamente fa pensare anche alla preoccupazione rispetto a una materia sulla carta così astratta e legata al quel crinale tutt’altro che chiaro tra futuro prossimo e presente.

 Gli spettatori più avvertiti potevano intuire che qualcosa del genere fosse già nell’aria, tra le palline con le alette che volavano in una singolare esibizione di attori in divisa bianca da badminton, all’inizio dell’ultimo capolavoro sul tema della verità intitolato ‘The Mountain’: con la partitella di volano a mo’ di introduzione, ovvero con una scena di teatro puro, incantevole, era evidente che la direzione degli Agrupación Señor Serrano portasse da qualche altra parte.

E così si può dire anche dell’esperimento kolossal post-pandemia di ‘Estinction’, purtroppo fatalmente limitato a poche uscite, tra Madrid e il Festival di Torroella, dato che comprendeva tanto di coro specializzato in musica barocca spagnola, attori alle prese con complesse figure allegoriche e quant’altro. Ora aspettiamo di vedere se anche con ‘Una Isla’ l’evoluzione e la maturazione di linguaggio degli Agrupación Señor Serrano non toglierà nulla alla freschezza - verrebbe da aggiungere anche alla leggerezza, se non fosse che affrontano sempre progetti molto impegnati. 

 Savona nel frattempo ci ha offerto la possibilità di recuperare ‘Birdie’, il lavoro che prende spunto da una fotografia scattata dal reporter Josè Palazón a Melilla, blindatissima enclave spagnola nell’Africa mediterranea: si vedono due turisti che giocano a golf mentre dalle doppie recinzioni intorno, appoggiati sopra i fili spinati, si sporgono una decina di migranti.

Come sottolineato fin dalle prime critiche entusiastiche, ‘Birdie’ entra perfettamente sul tema delle nostre contraddizioni a proposito d’emigrazione proponendo un accostamento 'semantico, psicologico, da manuale’ con l’evocazione del film ‘Gli Uccelli’ di Hitchcock. Più che mai in questi tempi tristi da Carnevale tragico del 2023, ‘Birdie’ appare ancora attuale, esattamente come lo stile disincantato e ironico, ma non per questo superficiale, del racconto sul palcoscenico: eppure Serrano e Palacios avevano messo a punto con Ferran Dordal questa toccante narrazione multimediale nel 2016, ovvero prima del Covid, dell’inflazione e della guerra, un trittico di ‘cigni neri’ che ha reso casomai ancora più insensibili tutti noi abitanti della fortunata porzione occidentale del mondo.

Ma le drammatiche fratture di questi anni certo non attutiscono l’impatto con la durezza sostanziale di questa riflessione su temi tanto delicati (come si è visto anche solo dalla reazione insieme attonita e interessata del pubblico savonese dopo lo spettacolo del 17 febbraio)

 Ora una bella brigata di piccoli spettatori, che il festival FOG quest’anno coltiva con cura, si potranno godere questo ‘Prometeo/Olympus kids’, che gli Agrupación Señor Serrano hanno già rappresentato in qualche occasione e, come da scheda, propone ‘una visione dirompente dei miti greci. Le rivisitazioni di figure come Prometeo, Ippolita e le Amazzoni sono affidate alla voce di un narratore e a una colorata compagnia di modellini in scala, che capovolgono storie senza tempo e ne riscoprono l’eredità contemporanea. Liberi dalla presenza di adulti e genitori, le bambine e i bambini sono incoraggiati a condividere con gli artisti le proprie reazioni e i propri pensieri di spettatrici e spettatori’. 

 Nella foto di Jordi Soler, il nucleo centrale degli Agrupación Señor Serrano, in primo piano Àlex Serrano e, dietro a destra, Pau Palacios. A seguire una scena di ‘Prometeo/Olympus kids’

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