" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

E due! Spegnete quella maledetta luce


 Sul piatto ci sono anche i 200 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - forse poca cosa ma almeno qualcosa - per finanziare ‘proposte di intervento per la promozione dell’eco-efficienza e per la riduzione dei consumi energetici nelle sale di teatri e cinema, pubblici e privati’. Ma nel mondo delle nostre sale si comincia a parlare soprattutto del costo stellare delle ultime bollette, ché almeno servisse a far ragionare un po’ tutti intorno al tema del cosiddetto ‘efficientamento energetico’… Come abbiamo cominciato a dire mesi fa, a proposito della legge francese che vieta l’uso di luci eccessive e ad alto consumo anche nei teatri, sarebbe necessaria prima di tutto la maturazione di una sensibilità nuova da parte degli addetti ai lavori. E perciò è doveroso segnalare che non mancano i buoni esempi virtuosi, e anche curiosi.


 QUANDO LO SPETTATORE SALE IN BICI

 Un caso davvero unico è quello di Daniele Ronco e della sua compagnia Mulino ad Arte, che dal giugno del ’20 si è insediata nel teatro Il Mulino di Piossasco, vicino a Torino, con la riconversione di un edificio storico d’inizio Ottocento in eco-teatro. Non c’erano ancora ovviamente i fondi del Pnnr, ma ugualmente questo progetto di Green Theater ha potuto contare sui finanziamenti per i Luoghi della cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il gruppo bancario numero uno d’Italia, sia detto tra parentesi, essendo anche una sorta di padrino-padrone di mezza cultura italiana, a partire dal Teatro alla Scala di Milano, potrebbe davvero far spingere tante realtà sull’acceleratore della transizione ecologica. Sempre grazie ai fondi bancari, Mulino ad Arte ha creato il format ‘Teatro a pedali’, che coinvolge il pubblico nella realizzazione di uno spettacolo dal vivo ad impatto zero: la scena è alimentata con un sistema di co-generazione elettrica azionato da una serie di biciclette, che vengono appunto affidate a un gruppo di spettatori, chiamati a pedalare per contribuire alla sostenibilità dell’evento cui assistono. Sono già più di uno i titoli che la compagnia porta così in tournée, a partire dallo storico ‘Mi abbatto e sono felice’ di Daniele Ronco stesso, che ha per tema proprio l’ecologia e la decrescita e fa una certa piacevole impressione vedere, come è successo di recente per ‘Un pianeta ci vuole’ al teatro Cristallo di Bolzano, che collaborano volentieri, fornendo i necessari collegamenti con l’impianto di accumulo a cui arriva l’energia delle pedalate, anche le aziende elettriche, come Alperia, che fa capo alle istituzioni locali dell’Alto Adige.


 A LEZIONE DI BUIO DA TESHIGAWARA

 E’ tornato finalmente in Italia, per ritirare il Leone d’Oro alla Biennale Danza, Saburo Teshigawara, coreografo, danzatore, artista visivo giapponese e pure straordinario maestro nell’uso dell’ombra e del buio in scena: ha aperto la rassegna veneziana con la prima del suo ‘Petrouchka’, riscrittura meravigliosa di uno dei capolavori dei Balletti Russi di Diaghilev, realizzata, come di consueto, con Rihoko Sato, prima ballerina e cofondatrice della compagnia Karas di Tokio. Ora che si sono riaperte stabilmente le frontiere con il Giappone, Teshigawara e la Sato possono ripresentarsi in una tournée italiana, che a dicembre li vedrà in scena con ‘Adagio’, dove si misurano con brani tra i più noti di Mahler, Beethoven, Bach, Mozart, Rachmaninov e Ravel, al Teatro Grande di Brescia il 1° e il 3-4 dicembre in Triennale a Milano, dove sono stati applauditissimi ospiti già nel 2018. 


 DANZANDO TRA 49 NOTE A MARGINE

 La stagione 2022 di Triennale Milano Teatro si chiude nel segno della danza con un altro ritorno, Trajal Harrell in ‘Dancer of the Year’, presentato un anno fa nell’ambito di FOG festival. Lo stile unico delle opere di Trajal Harrell si deve non solo all’insolita fusione di influenze provenienti da un mix di stili contemporanei come il Voguing (che nasce nei locali gay ispirandosi alle mosse delle modelle in passerella), la Postmodern Dance e il Butoh, ma anche e soprattutto dalla fragilità e dall’umorismo che pervadono tutte le sue opere. Harrell, classe ’73, newyorchese, ha ottenuto fama e riconoscimento mondiali con la sua serie di opere ‘Twenty Looks or Paris is Burning at the Judson Church’, che lo hanno fatto diventare uno degli ospiti d’onore del circuito internazionale della danza e delle arti visive, nonché un esponente di punta della cultura camp-queer. La versione XL del suo capolavoro è stata analizzata da vari saggisti, il testo d’interpretazione poi adottato ufficialmente dall’artista, ‘You created me’ - Mi hai creato, sottotitolo: Tecnologie affettive nella performatività greca e ’Twenty Looks’ - firmato da Lennart Boyd Schürmann e Augustin Le Coutour, occupa ben 24 cartelle di testo, dense, con quasi cinquanta note… 


LA CITAZIONE

 La situazione che si chieda un mediatore dell’opera d’arte è del tutto nuova, ed è uno dei tratti caratteristici del nostro tempo, come se avessimo perso la capacità di recepire e accogliere…

E pensare che Hans Sedlmayr - studioso viennese, autore tra l’altro di un volume di riferimento sul passaggio al moderno nelle arti, intitolato La morte della luce’ -, faceva risalire alla prima ‘civiltà meccanica’ la perdita dell’evidenza dell’opera d’arte e la difficoltà degli spettatori di vivere immediatamente un autentico punto di vista (la citazione è da ‘Arte e verità’, ed. it. Rusconi 1984)…

 

 Nella foto di Hideto Maezawa, Saburo Teshigawara in scena con Rihoko Sato 

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