" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Eh già, ‘les femmes sont meilleures’

 Nelle annunciate programmazioni dei nostri grandi teatri bisognerà pur provare ad andare aldilà dei soliti nomi noti, da cartellone cinematografico o palinsesto televisivo o copertina del supplemento in regalo con i giornaloni. Per trovare magari qualche spunto d’interesse tra tanti desolanti titoli, conviene guardare per esempio tra le protagoniste. Anche perché le nostre attrici soffrono, oggi tre volte di più, lo strapotere maschile che domina anche nel teatro, dietro le quinte del palcoscenico e pure davanti, ma sarebbe un discorso complesso e controverso, che del resto si può intuire già dagli esempi che seguono. 

 

 ‘L’APPUNTAMENTO’ DIFFICILE DI MARTA

 Dopo il successo nell’anteprima al Festival di Spoleto e inaugurando la stagione 50 del Teatro di Andrée Ruth Shammah, a Milano, è stata caricata di una notevole attesa la prova chiave per Marta Pizzigallo, che sarà protagonista per una venti e passa sere al Parenti (fino al 16 ottobre) di ‘L’appuntamento ossia la storia di un cazzo ebreo’, spettacolo tratto dal best-seller della scrittrice tedesca Katharina Volckmer. Conquistata una qualche notorietà anche con le serie tv (tra cui ‘Noi’, adattamento italiano di ‘This is us’), Marta deve ora riprendere il filo della sua più che rispettabile carriera teatrale affrontando un monologo che non solo ‘trasuda fisicità’, ma la ingabbia in un contesto tecnico, ideato dal regista Fabio Cherstich, che è una sorta di dispositivo visivo per rappresentare in scena il percorso mentale che porta al cambio di sesso della protagonista, ‘un caleidoscopio di pensieri che invadono il suo cervello e sembrano modificare la percezione che lei stessa ha del suo corpo e della sua storia’, come recita la presentazione.  

 

 MIRACOLI DI ANNA, DA HAMLET A ZIO VANJA

 A questa certa moda della fluidità si può ricondurre anche la scelta del protagonista per l’ultimo ‘Hamlet’ di Antonio Latella, che torna al Piccolo a ottobre ed è una ripresa da non perdere. Sarebbe ovvio ricordare che Latella ha decretato la nascita di una stella, affidando Amleto a Federica Rosellini, classe 1989, che ha potuto poi persino già misurarsi in un suo monologo ‘Carne blu’. Ma il lungo e interessante allestimento di Latella per ‘Hamlet’, visto al Piccolo Melato, si reggeva su un livello complessivo molto alto di recitazione, e tra tutti sicuramente spiccava per bravura la milanese Anna Coppola. Ci limitiamo a citare, dalla recensione di Gianfranco Capitta per ‘il manifesto’: ‘Anna Coppola negli anni ha sedimentato una sicurezza e una capacità di espressione nei più svariati ruoli (lo Spettro del padre, l’attore, Fortebraccio…) davvero impressionante. Irresistibile quando, come fantasma del padre ucciso, abbindola tutti arrivando a un cha cha cha della segretaria… Per coprirsi poi di un lenzuolo, come fosse il pirata Barbanera…’. La stessa Coppola, nella scorsa stagione, è stata chiamata a dare un’altra prova della sua bravura, rivestendo le tre diverse parti chiave di un’interessante versione di ‘Zio Vanja’, al Teatro Fontana, di Simona Gonella.


 L’INCANTEVOLE TENEREZZA DI CHIARA-ARIEL

 Da seguire assolutamente sarà anche la tournée, in vari teatri, de ‘La Tempesta’, con l’impianto classico shakespeariano riletto da Alessandro Serra, che si dichiara più che mai erede del ‘teatro povero’. Senza voler minimamente offendere l’ormai conclamato maestro divenuto celebre per il ‘Macbettu’, e/o sminuire le altre eccellenze di un cast curioso, bisogna sottolineare i grandi meriti soprattutto di Chiara Michielini, che vola, canta e balla nei panni di un’Ariel leggiadra e quasi spirituale, proprio come ci si aspetta. Questa rilettura de ‘La Tempesta’ fatta da Serra, del resto, si regge davvero così tanto sulla figura di Ariel, che alla fine insolitamente le viene affidata addirittura la chiusa, invece del consueto monologo di Prospero. Perciò segna la consacrazione di questa attrice performer, Chiara Michielini, che aveva già ammaliato, per cominciare, i pochi fortunati che erano riusciti a vederla ne ‘L’ombra della sera’, lo spettacolo su Giacometti del Teatropersona (un assaggio di 3 minuti è nel video proposto su teatropersona.it/opere/ombra-della-sera/). 


 QUEL FIORE IN SCENA CON PARAVIDINO

 Infine, ma non per ultima, tra le piccole grandi attrici che meriterebbero di più, segnatevi il nome di Iris Fusetti, superlativa protagonista in ‘Peachum, Un’opera da tre soldi’. E’ anche lei una donna che per farsi largo in scena deve sudare davvero tanto. Non le è toccato confrontarsi con un Jared McNeil, allievo di Peter Brook e Calibano esagerato per Serra, come a Chiara Michielini. Ma anche andare per anni sul palcoscenico con un mostro di bravura come Fausto Paravidino, autore-attore-regista-compagno della Fusetti, non deve essere proprio così una passeggiata, soprattutto in quest’ultima occasione dove c’era pure un elemento di richiamo popolare, verso cui si concentravano gran parte degli sguardi, come Rocco Papaleo. Poco nota nel nostro cosiddetto star-system e forse un po’ anche tra i tanti fans di Parravidino, in ‘Peachum’ Iris Fusetti è riuscita anche a regalarci, con la controversa figura di un sindaco, anche un po’ la fotografia della nuova metamorfosi del potere politico.

LA CITAZIONE

 Les femmes son extrêmes: elle sont meilleures ou pires que les hommes.


 ‘Le donne vanno agli estremi: o sono migliori o sono peggiori degli uomini’ (traduzione suggerita da Giuseppe Fumagalli, nella decima edizione del suo ‘Tesoretto’ per Hoepli, 1968): motto di spirito che il raffinato moralista di fine Seicento Jean de La Bruyere inserisce nel suo ‘I Caratteri’, ispirato alla più celebre rassegna di Teofrasto. 


Nella foto di Luca Del Pia, Marta Pizzigallo in ‘L’appuntamento ossia la storia di un cazzo ebreo’ al Teatro Parenti di Milano

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