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Questo suicidio sembra davvero ben preparato

Nella foto di scena di Masiar Pasquali, ‘Anatomia di un suicidio’ de lacasadargilla con le attrici Tania Garibba, a sinistra, Petra Valentini al centro e Federica Rosellini, in primo piano a destra 

Il plot dell’attesa versione di ‘Anatomia di un suicidio’ curata da lacasadargilla, dal testo di una drammaturga che si è affermata anche nel mondo delle serie tv, Alice Birch, recita: ‘Una madre, una figlia, una nipote. Tre generazioni simultaneamente in scena, undici interpreti per un'indagine vertiginosa sull'amore, sulle eredità e sul generare’. Sembra semplice ma c’è persino un cartellone luminoso, accanto alle maschere che controllano i biglietti al Piccolo Teatro Grassi, nella sede storica di via Rovello a Milano, in cui lo spettatore attento può provare a leggere la mappa dei personaggi di questo singolare racconto diacronico. Più o meno è lo schema che si ritrova anche nel libretto elettronico di sala e certo non manca chi lo consulta nella pausa tra i primi 65 minuti e i 100 della seconda parte. Molti spettatori resistono, qualcuno bigia, gli applausi non mancano e le critiche positive ripetono: ‘aspettatevi una serata ad alto contenuto emotivo, dove il cuore vi si spezzerà molte volte e vi guarderete nell’anima con sgomento; ma dove, insieme, sarà impossibile non farvi ipnotizzare da una scatola drammaturgica di eleganza quasi altezzosa’ (Egle Santolini, La Stampa).

 EREDITA’ LETTERARIE E/O EMOTIVE

 Il Piccolo Teatro si è dedicato con grande impegno al lancio del complesso spettacolo, in cartellone fino al 19 marzo, organizzando ben tre mercoledì di presentazioni prima delle repliche e un certo numero di iniziative culturali, apertesi con la conferenza dalla stessa autrice e regista Lisa Ferlazzo Natoli, presso il Teatro Parenti (dove lacasadargilla ha presentato il precedente ‘When the Rain Stops Falling’, che aveva fatto incetta di premi Ubu nel 2019): il testo di Alice Birch è stato esaminato con ‘tutti quei materiali letterari e visivi – da Virginia Woolf a Sylvia Plath, da Paul Ricoeur a Marguerite Duras, fino al cinema di Lars von Trier e Bill Viola – che lo hanno, più o meno consapevolmente, ispirato’. Tra le altre iniziative ecco: un ‘walk talk’ tra i giardini e i padiglioni dell’Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, il fu gigantesco manicomio di Milano, con gli attori e le attrici della compagnia ma soprattutto alcuni degli animatori dell’associazione post-basagliana Olinda (organizzano anche un ottimo festival teatrale estivo, ‘da vicino nessuno è normale’); un salutare e inevitabile dibattito alla Casa delle donne, il 10 marzo; un singolare incontro sull’oggetto simbolico dell’amo da pesca; un dotto convegno conclusivo con l’Università cattolica, che ha per tema ‘L’eredità emotiva’ (e affronta da un punto di vista clinico - si legge nel programma - alcuni temi cardine dello spettacolo: dal suicidio alla depressione post partum, dai processi emotivi al rapporto con i genitori, grazie allo sguardo attento degli ‘psicologi anatomisti’ Emanuela Confalonieri, Filippo Aschieri, Nicolò Gaj).

La citazione

…Noi sentiamo che, persino nell’ipotesi che tutte le possibili domande scientifiche abbiano avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure sfiorati. Certo, allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta…

Ludwig Wittgenstein

L'asticella della densità, in tema di ‘Anatomia di un suicidio’, viene alzata senza dubbio subito dal direttore del Piccolo, Claudio Longhi, nel suo editoriale di presentazione, d’altissimo livello come di consueto, nientemeno che con una citazione cult dall’impervio ‘Tractatus’ di Wittgenstein. Nel libretto di sala, ancora, compare persino un saggio del noto neurologo Diego Centonze su ‘Libertà e determinismo genetico’, che si apre con una citazione esistenzialista doc da Jean Paul Sartre. A proposito di cult, sul sito Doppiozero, tra gli elogi, è volato addirittura il paragone con l’Orestea. Accidempoli, la casa sarà anche d’argilla, ma che fondamenta!

 UN VERO SLALOM TRA I PERSONAGGI

 Dichiarando poi la bravissima Lisa Ferlazzo Natoli di voler puntare, d’accordo con Longhi, su un ‘teatro di attori’ (sicuri che venga così esaltato dall’uso di microfoni ad archetto headset?), resta che al profano risulterà assai complesso individuare chi sono, dato che lo schema personaggi e interpreti si presenta così:

Personaggi *

Carol(A) Tania Garribba
John (A - B) Francesco Villano
Anna (B) Petra Valentini
Dan (B) - Dave (A) - Felix (A) - Luke (C) Fortunato Leccese
Bonnie (C) Federica Rosellini
Jo (C) - Laura (A) - Lola (B) Camilla Semino Favro
Toby (A) - Tim (C) - Mark (A) - Uomo (C) Marco Cavalcoli
Daisy adolescente (A) - Ragazzina 1 (C) Anna Mallamaci
Ragazzina 2 (C) - Anna adolescente (A) Infermiera (A) - Karen (C) - Esther (C) May (B) - Donna (C) Alice Palazzi 
Jamie (B -C) Lorenzo Freudiani
Emma (A) - Daisy (B) - Diane (C) Caterina Carpio
Anna bambina (A) - Altra bambina (C) Anita Leonfranceschi

* le diciture A. B e C individuano i tre assi narrativi corrispondenti a Carol, Anna e Bonnie.

Con che, senza voler far torto a nessuno, in questa sede evidenziamo in neretto solo le tre co-protagoniste. 

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