E la nave va, da un pianeta molto lontano, verso l'approdo di un nuovo Racconto dei popoli in movimento
04.02.2025
Come e perché 'Ici sont les Dragons' di Ariane Mnouchkine è un grande spettacolo che incanta, provoca e non si può proprio perdere
Sono finalmente riprese, al Théâtre du Soleil nella Cartoucherie del Bois de Vincennes, Parigi XII, le rappresentazioni di uno spettacolo davvero imperdibile e straordinario: ‘Ici sont les Dragons’ di Ariane Mnouchkine.
Parliamo di una vera e propria impresa storico-politica in cui si è avventurata, a 85 anni compiuti, una protagonista notoriamente unica della storia teatrale contemporanea, figura magistrale tra le più grandi ancora in attività, insieme con Eugenio Barba (1), della rivoluzione Settanta.
Questo strano titolo, ‘Ici sont les Dragons’, così evocativo, allude all’espressione latina ‘Hic sunt dracones’ che i cartografi, fino al 1500, segnavano sulle mappe per connotare la ‘terra incognita’, ovvero i territori che risultavano ancora inesplorati.
Così come appare ancora da investigare, appunto, il filo rosso che dalla Rivoluzione porta a Putin e all’invasione dell’Ucraina, che il narratore in scena (di fatto un alter-ego della Mnouchkine, che stavolta si chiama Cornelia), evoca subito attraverso una reazione di stizza alla proiezione del primo annuncio televisivo della cosiddetta 'operazione speciale'.
Volendo, il titolo in qualche modo rimanda anche alla storia militare di circa centocinquant’anni fa e proprio alla Russia, dove da fine Ottocento tutte le unità della cavalleria, eccetto i cosacchi, venivano chiamate appunto Dragoni.
NEL VIVO DELLE CONTROVERSIE TRA LENIN E 'LE PULCI' DELLA RIVOLUZIONE
Ancora, i fortunati che hanno potuto già vedere le 2 ore e 45 minuti di ‘Ici sont les Dragons’ comprenderanno che il titolo, a qualche appassionato di storia, fa venire in mente pure la celebre citazione del Marx di ‘Ho seminato denti di drago e ho raccolto pulci’, che fu sventolata con veemenza da Lenin appena salito al potere, per bollare come ‘rinnegati’ i socialdemocratici e ‘straccioni usciti di carreggiata’ gli anarchici anti-autoritari.
Ai meriti dei quali dissidenti invisi al bolvescismo, peraltro, sono dedicati precisi passaggi del racconto, che in questa prima parte non nasconde la simpatia per le idee del marxista moderato tedesco Karl Kautsky e per la possibilità che con la via riformista il socialismo avrebbe potuto in realtà promuovere un’autentica ‘rivoluzione sociale’.
Allo stesso modo, stando alla cronaca di ‘Libération’, Cornelia-Ariane promette che darà tutto lo spazio che merita all’ucraino Nestor Makhno (leader rivoluzionario di Huljajpole scaricato e combattuto dall’esercito del ‘comunismo di guerra’ dei Soviet ndr), in una delle sequenze più belle, con Makhno che si presenta come ‘l’anima della lotta dell'anarchismo’: nella seconda epoca ti ascolteremo, gli spiega Cornelia, ‘a condizione che tu dica tutto, compresi i pogrom e i crimini antisemiti commessi dagli ucraini prima della guerra’...
In sostanza, con un racconto dettagliato e controverso, con scene spettacolari da cinema, con tanto di singolare uso del playback e pure con l'impiego di riprese video, il nuovo spettacolo di Mnouchkine ‘è un grande libro di storia animato’ - per mutuare le parole di Fabienne Darge su ‘Le Monde’, dopo la prima del 27 novembre 2024.
SARA' L'EVENTO D'APERTURA DI ATENE EPIDAURO FESTIVAL
Persino la programmazione segnala quanto questa comunità teatrale, che ha appena festeggiato il 60mo, sia sempre in un mondo a parte.
Previsto in cartellone fino al 27 aprile del 2025, 'Ici sont les Dragons' viene replicato nella sala al Bois de Vincennes in poche date fisse ogni mese, per esempio a gennaio il 16 e il 30, a febbraio il 6, il 20 e 26-27, e così via.
Ma è anche già atteso come evento d’apertura, dal 30 maggio al 6 giugno, del grande festival del Teatro dei teatri, l’Athens Epidaurus.
‘La regista e il suo collettivo’, scrive ancora Darge, ‘intraprendono un lungo viaggio, teatrale e superbamente cinematografico, figlio della rabbia provata al momento dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Lo sdegno e la tristezza hanno generato il desiderio di capire da quale ventre fosse potuta uscire una tale creatura bestiale e sporca’.
Mnouchkine aveva già voluto affrontare la Storia in più occasioni, dalla Rivoluzione francese all’India di Gandhi. E adesso, dopo una vasta ricerca sui totalitarismi del XX secolo, ha scelto di costruire un affresco in tre parti della vicenda russa. La Prima epoca s'intitola appunto ‘Ici sont les Dragons - 1917: la vittoria era nelle nostre mani’.
Dall’autunno prossimo cominceranno le prove della seconda parte (IIème Époque, ‘Situation rooms, 1924/1945’) e prima della fine del 2026 dovrebbe vedere la luce la terza parte (IIIème Époque, ‘Il est encore fécond…, 1945/2022’)
Questo vero e proprio kolossal multimediale, nella stessa locandina ufficiale, in stile antica cartografia a penna, viene definito semplicemente: ‘Un grande spettacolo popolare ispirato a fatti realmente avvenuti, in più epoche’.
TUTTI UGUALI AL DU SOLEIL E SEMPRE DISPONIBILI CON TUTTI
Eh, già, non siamo in un luogo qualunque, in un teatro come un altro. Come scrive sempre il critico di ‘Le Monde’, che di platee e di festival e di teatranti ne bazzica tutto l’anno: ‘La rabbia da cui nasce ‘Ici sont les Dragons’ non esclude il piacere che accompagna ogni escursione al Théâtre du Soleil, con i suoi rituali immutabili e confortanti. Sì, Ariane Mnouchkine è lì, con un sorriso luminoso sulle labbra, davanti all'ingresso del suo teatro, per accogliere di persona gli spettatori. Sì, la grande navata del Sole è stata trasformata in un ristorante - ucraino, ovviamente, con bortsch e pirojkis nel menu…’
Sì, tanto per continuare, anche solo cliccando sulla voce Contatti compare subito la scritta, più unica che rara: ‘Telefonateci. Noi abbiamo ancora voci umane!!! Ed è nostra intenzione continuare a usarle ancora con voi’.
Poi magari uno, se proprio non deve prenotare con urgenza un posto, si vergogna a chiamare, magari non sa il francese e nemmeno se la sente di parlare in inglese, allora scrive una mail, come indicato, all'indirizzo generico soleil@theatre-du-soleil.fr, ed ecco che dal teatro qualche volenteroso risponderà sempre, tempestivamente, esaudendo in dettaglio ogni richiesta, se plausibile e possibile.
E, a proposito degli spettacoli così agognati dagli appassionati cult di ogni dove, aggiungerà all’interlocutore: ‘Vous êtes bienvenue quand vous le souhaitez’, quando vuoi venire, sei il benvenuto.
Lasciamo perdere ogni confronto con i nostri teatri, soprattutto quelli che ancora ostentano la facciata democratica e progressista…Del resto, dai 7-8 euro all’ora della maschera ai 100-200mila all’anno dei manager, anche nelle istituzioni culturali in Italia vige la rigida gerarchia delle differenze di classe. Mnouchkine da sempre si è ritagliata lo stesso stipendio di qualunque altro dei componenti della sua comunità artistica: come tutti, alla pari, guadagnava nel 2015 - stando all’ultima intervista italiana, con Giuseppina Manin a ‘La 27ma Ora’ - 1800 euro al mese.
Per dire di un altro significativo dettaglio, anche questo grandioso progetto storico-politico triennale è firmato così: ‘Una creazione collettiva del Théâtre du Soleil, diretta da Adriane Mnouchkine in armonia con Hélène Cixous’.
Sì, altro che creatrice, co-autrice e collaboratori: il lavoro è di tutti, certo a dirigerlo c’è sempre lei, la Mnouchkine, ma tiene a sottolineare che lo fa per la comunità e pure ‘en harmonie’ con il suo braccio destro.
L'IRA DI PUTINIANI E GAUCHISTI A OLTRANZA, TESTA-CODA DEI CRITICI CATTIVI
Ovviamente una sfida di tale portata e di così bruciante attualità non piace affatto a tutti, anzi fa orrore ovviamente ai troppi putiniani di complemento, ai vari gauchisti a oltranza e, al solito, alla truppa di piccini invidiosi, che non vedono l’ora di criticare un’artista così stimata, di quelli che una volta si sarebbero detti intoccabili.
C’è chi ha provato addirittura a tirare in ballo, definendolo 'non così altrettanto manicheo', un singolare ‘Lenin’ allestito qualche anno fa da Milo Rau, per il gusto di contrapporre proprio il nome di quello che viene considerato il nuovo erede del teatro brechtiano a una figura magistrale della cultura progressista qual’è Ariane Mnouchkine da almeno mezzo secolo.
Poi, sicuramente non sarà tutto perfetto in ‘Ici sont les Dragons’, come in qualunque altro meraviglioso spettacolo che dimostra la forza intatta e la possibilità stessa del teatro oggi. Peraltro, la poesia fa breccia nel racconto storico, ci sono scene stupende e passaggi ineguagliabili, persino vere e proprie trovate (no spoiler) che segnano per esempio l’irruzione di altri inquietanti personaggi storici, a partire da Hitler e Goebbels.
Eppure Vincent Bouquet di sceneweb.fr ha voluto mostrarsi all’altezza del ruolo d’inflessibile ‘chef d’edition’ sentenziando: ‘scolastico, di parte e soprattutto semplicistico'.
Per aggiungere addirittura: 'l’autoritarismo che intende denunciare, la regista lo pratica nel suo modo di fare teatro, piegando troppo gli attori alla sua ‘onnipotenza’ fino a farli assomigliare a quegli ‘uomini nuovi’ che i totalitarismi del XX secolo intendevano far nascere’.
Bum-bum-bum, magari pure ben detto, dato che si tratta di uno spettacolo teatrale di costruzione dove si recita in playback: peccato che poi lo stesso stroncatore debba di fatto ammettere che la fondatrice del du Soleil mostra 'sempre la sua impeccabile padronanza del set e del ritmo, e il suo talento imperturbabile nel far nascere quadri con un fascino artigianale senza eguali’.
Ma non è certo solo per questo - ovvero perché è l’ultima straordinaria prova della grazia teatrale di una personalità magistrale - che ‘Ici sont les Dragons’ e il futuro trittico sulla Russia meritano già un plauso straordinario.
E’ come se leggendo ‘Vita e destino’ ci si limitasse a osservare compiaciuti la nuova forma che Grossman conferisce al romanzo storico russo, sul solco di ‘Guerra e pace’.
Ma questo è un altro discorso, complesso, che, sempre a proposito di letteratura, fa pensare subito anche al capolavoro di Joyce e allo sconforto esemplare di Stephen Dedalus rispetto alla Storia e alle semplificazioni dominanti…Varrà la pena di riparlarne a parte.
NOTA (1) E NOTA BENE: SI PARLA DI ODIN TEATRET
E DI UN AMLETO 'PER I GIOVANI SENZA FUTURO'
Dal 26 febbraio al 3 marzo al Théâtre du Soleil è in calendario il debutto europeo del nuovo spettacolo di Eugenio Barba, titolo italiano in maiuscoio 'LE NUVOLE D'AMLETO', con intrigante sottotitolo in corsivo 'dedicato a Hamnet e ai giovani senza futuro'.
La presentazione ufficiale recita: 'Nel 1596, Hamnet, l’unico figlio maschio di William Shakespeare, muore all’età di undici anni. Cinque anni più tardi Shakespeare perde suo padre e durante il periodo di lutto scrive La tragica storia di Amleto, principe di Danimarca. Nell’ortografia irregolare dell’epoca “Hamnet” e “Hamlet” erano praticamente intercambiabili. Molti studiosi hanno scritto lunghi libri sulla relazione tra Hamnet e Hamlet.
Il testo racconta del re danese Amleto, che porta lo stesso nome del figlio, avvelenato dal fratello Claudio e dalla moglie Gertrude che sono amanti. La loro passione si intreccia con un’altra tragica storia d’amore tra il principe Amleto e la giovane Ofelia.
Cosa dice oggi a noi la vicenda di un padre il cui fantasma appare al figlio e gli lascia in eredità il compito di uccidere per vendicarlo? Qual è l’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri padri e che trasmetteremo ai nostri figli?'
Il nuovo spettacolo odinista porta anche la firma del Théâtre du Soleil come coproduttore, del resto il legame storico tra Mnouchkine e Barba è sempre così saldo che hanno voluto anche festeggiare insieme gli anniversari della loro attività.
Dopo una primissima rappresentazione all'Università Iberoamericana di Città del Messico, il 10 Ottobre 2024, questo Hamlet/Hamnet attirerà a Parigi gli appassionati, prima di una tournée italiana che farà tappa sia a Milano, dal 6 maggio, sia a Bologna, dal 14 maggio, rispettivamente in casa dei coproduttori Tieffe Teatro Menotti, e ERT Emilia Romagna Teatro, Arena del Sole.
Anche di questo riparleremo presto, ma non dite che non vi abbiamo avvertito per tempo di procurarsi i biglietti!