

Ok, boomer. Dafoe ce l'ha fatta a mettere insieme una notevole Biennale Teatro, con qualche piccola ombra
31.03.2025
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N.G.
Fa piacere sentire Gianni Forte che dichiara: ‘anzitutto, sono di nuovo Gianni Forte…’. Perso il ruolo di aggettivo del duo ‘ricciforte’, ci risparmia la selva di paroloni alati che spendevano nelle presentazioni alla Biennale, lui e Stefano Ricci. Adesso è l’autore che dovrebbe garantire la marcia in più a una bella sfida che il Teatro Franco Parenti ha affidato, dal 18 marzo al 13 aprile, agli ultimi attori ‘ronconiani doc’ Fausto Cabra, come regista, e Raffaele Esposito come protagonista, affiancato da Elena Gigliotti e Anna Gualdo. Il titolo è alquanto singolare, ‘Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo’, la storia pure: prende spunto da un caso di cronaca americano con al centro una disturbatissima personalità d’omicida. Tutto da valutare il risultato, ma come ha detto la stessa Andrèe Ruth Shammah alla presentazione, ‘uno spettacolo non è un prodotto’ e attendono tutti con ansia, anche gli stessi che lo fanno, di capire il risultato: ché, poi, se si sbaglia, va bene lo stesso perché gli errori fanno crescere.
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Un’altra prima da non perdere per gli appassionati di danza contemporanea a FOG, il 19-20 marzo in Triennale Milano Teatro: torna la coreografa capoverdiana Marlene Monteiro Freitas, e stavolta mescola il suo stile quasi post-espressionista con quello più classicheggiante di Israel Galván, uno tra i danzatori di flamenco più conosciuti al mondo. ‘RI TE’ è il titolo di questo suggestivo incontro tra due mondi apparentemente lontani, accomunati - si legge nel programma di sala - ‘dal ritmo e dalla capacità di combinare la tensione con un'espressività ardente, che sul palco tessono un dialogo nuovo eppure immediato, nella sorpresa dell'improvvisazione e della scoperta reciproca’.
N.G.
‘L’uomo più crudele del mondo’ era il titolo della pièce che ha visto in scena insieme due attori-divi da fiction tv come Lino Guanciale e Francesco Montanari, qualche stagione fa, da molti elogiati per aver evitato, entrambi, la sovra-recitazione e lo scontro tra primedonne. Ora qualche crudele programmatore ha deciso che si sfidino - si fa per dire - al Piccolo Teatro di Milano: Guanciale travestito da ‘Fata dell’Angolo’ nel successo pop-camp di ‘Ho paura torero’ al Teatro Grassi e il Libanese di ‘Romanzo Criminale’ al Teatro Studio Melato, tutto ridipinto d’oro per 'Storia di un cinghiale-Qualcosa su Riccardo III', scritto e diretto da Gabriel Calderón (è la prima produzione del più noto autore dell’Uruguay per il Piccolo). All’impresa impossibile di riempire lo Strehler (dopo lo straordinario ‘Parallax’ di Kornél Mundruczó, egregiamente retto da sconosciuti attori ungheresi), prova a provvedere il vecchio Gabriele Lavia con il classico di ‘O Neill ‘Lungo viaggio verso la notte’…
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Anna Della Rosa è una macchina da guerra, macina spettacoli e ruoli da primadonna, incassa applausi e premi. Soprattutto non ha paura delle sfide. Ora torna a Milano, al Teatro Menotti, dal 18 al 23 marzo, per dar voce a Maria, la figlia d’anima di Bonaria Urrai, l’accabadora di Soreni raccontata da Michela Murgia. E' la seconda versione teatrale in monologo del romanzo Premio Campiello 2010, diretta da Veronica Cruciani con adattamento scritto da Carlotta Corradi. Al primo giro fu interpretata da Monica Piseddu e ai palati raffinati di spettatori semi-professionisti si offre anche la possibilità di testare il confronto diretto tra due applaudite specialiste di ruoli femminili 'sofferenti' delle penultime generazioni.
N.G.
Tornare a Bologna per Nicola Borghesi, a misurarne l’eclettismo e l’eccellente memoria: ecco una possibilità in più. Archiviato momentaneamente lo straordinario debutto di ‘A place of safety’, Borghesi è ripartito subito in tournée sia con l'eccellente ‘Album’ sia con ‘Grazie della squisita prova’, accanto ai grandi Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Ora fa poker, all’Arena del Sole di Bologna, dal 18 al 30 marzo, rilanciando ’Uno Spettacolo Italiano’, con Niccolò Fettarappa, una produzione Emilia Romagna Teatro ERT, Agidi e Sardegna Teatro, che ha avuto un primo assaggio al Teatro delle Passioni di Modena lo scorso novembre. Da locandina, i due artisti, insieme sul palcoscenico, si interrogano sulla politica di oggi: in un’Italia cambiata in cui i loro ‘spettacolini di sinistra’ non hanno più spazio, decidono che, non sapendo fare altro nella vita se non teatro, l’unica soluzione che hanno per sopravvivere è quella di diventare artisti di destra. ‘Hanno vinto loro [...] Questo è uno spettacolo di destra. Siamo Nicola e Niccolò e siamo pronti a rinnegare tutto, siamo pronti a salire sul carro dei vincitori. E non faremo prigionieri’.
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La via Emilia offre sempre tanto agli appassionati. Un'occasione davvero cult è offerta dal vivace Teatro Due di Parma, fino al 30 marzo, che ripropone una perla storica come ‘L’avventuriero’ di Aphra Behn, prima autrice professionista della letteratura inglese e prima scrittrice a manifestare una nuova consapevolezza del corpo e del ruolo culturale e sociale della donna. Il testo in cui esplodono gioiosamente i temi centrali della poetica di questa autrice del Seicento, libera e audace, pioniera e regina della letteratura anglosassone, è messo in scena da Giacomo Giuntini nella nuova traduzione di Luca Scarlini. In questa nuova produzione di Fondazione Teatro Due un nutrito cast dà vita a un capolavoro del Teatro della Restaurazione inglese, tutto da riscoprire. Ambientato nella Napoli spagnola di metà Seicento, durante il carnevale, ‘L’avventuriero’ mette in discussione l’ideologia libertina e la morale sessuale.