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Due bei regalini d’addio ai sovranisti, i Leoni 2024 firmati ricci/forte: l’art brut di Back to Back Theatre dall’Australia e il nuovo Dorian del collettivo Gob Squad da Berlino

Il collettivo anglo-berlinese Gob Squad (foto Garrett Davis)

 E’ sorprendentemente come un razzo a più stadi, il comunicato ufficiale che apre con il dovuto anticipo la Biennale Teatro 2024. Il 52mo festival si terrà dal 15 giugno a Venezia e sarà l’ultimo dei direttori ricci/forte, nonché il primo con Pietrangelo Buttafuoco presidente.

 Per partire dal lato preziosissimo delle emozioni artistiche, la scelta di premiare con i Leoni, sia d’Oro sia d’Argento, compagnie - e non dei singoli protagonisti - che praticano da sempre il linguaggio comunemente definito performativo, come Back to Back Theatre e Gob Squad, è un primo bello schiaffone alla scena teatrale italiana, s’intende quella istituzionale e più consolidata.

Già questo suona come una censura per quanti si sono arroccati invece sul teatro di parola nel chiuso delle sale, per non dire sulla prosa più tradizionale (che tale resta anche laddove ammantata di una qualche nuova costruzione a freddo).

 Bisogna poi prendere nota della provenienza internazionale dei collettivi premiati, dall’Australia il primo e dall’asse Londra-Berlino il secondo, per sentire le dita rigorosamente english-speaking del metaforico ceffone di Antonio Ricci e Gianni Forte affondare ancor più nella guancia del nostro malridotto teatro. 

 In fondo l’unico Leone italiano del loro triennio è stato Armando Punzo con la Compagnia della Fortezza di Volterra, ovvero quanto di più estraneo al sistema si potesse trovare.

Facendo una rapida disamina di quali eventuali candidati italiani sarebbero potuti essere presi in considerazione, e immaginando quanti ambissero, più o meno legittimamente, a riconoscimenti di tale prestigio, queste ultime scelte appariranno a molti addetti ai lavori ancora più sorprendenti proprio per la pervicacia. 

 Del resto, la più che ammirevole compagnia Back to Back Theatre porta sul palco la disabilità ormai da trent’anni e viene invitata ormai da due-tre lustri ai migliori festival internazionali, a partire da quelli europei più vicini a noi. Tra l’altro, nel 2014, con lo spettacolo forse più noto, ‘Ganesh versus the Third Reich’, hanno vinto vari premi, da Edimburgo a Weimar.

 A Venezia non arriveranno però con quella toccante invettiva anti-nazista: in chiusura di Biennale, il 28-29 giugno, presenteranno di nuovo il concerto-spettacolo ‘Food court’, del 2008, che definiscono come ‘la storia dell'umiliazione di una donna che si svolge in uno spazio psicologico costruito dalla luce e dal suono’. 

 Per quanto riguarda poi i colorati e imprevedibili Gob Squad, fanno parte dell’onda magica dei collettivi teatrali che si è affacciata sulla scena tedesca degli anni Novanta (con Rimini Protokoll, She She Pop e altri) e sono già stati più volte in Italia.

 A Milano sono diventati quasi di casa, a partire dalla prima incursione segnata da un piccolo incidente d’ordine pubblico, durante la perfomance itinerante per Uovo Performing Arts Festival (il pre-FOG, con lo stesso direttore di Triennale Teatro Umberto Angelini). Correva l'anno 2010, al governo c'era un esecutivo Berlusconi con il leghista Maroni all'Interno e a Milano sindaco la lady di ferro Letizia Moratti: la polizia non andava tanto per il sottile e i Gob Squad hanno rischiato addirittura l’arresto davanti alle Colonne di San Lorenzo.

Una volante di turno voleva considerare illegale che alcuni attori si fossero messi in mutande, mentre un altro sfilava con una maschera da coniglio e gli uomini si baciavano tra loro, per giunta davanti a una telecamera accesa (gli spettatori aspettavano i perfomers in teatro, ma prima li seguivano lungo tutto il tragitto).

 Volendo fare i maliziosi, va dunque considerato anche il non trascurabile risvolto politico di Leoni del genere, fatti trangugiare al neo-presidente dal curriculum culturale e politico inequivocabilmente di destra-destra. 

 Basta scorrere velocemente le schede dei premiati. 

 La compagnia australiana Back to Back Theatre - recitava una presentazione all’ultimo Festival d’Automne di Parigi - ‘porta sul palco artisti con disabilità anche gravi per mettere in discussione i nostri pregiudizi su ciò che percepiamo come normale, la formazione dei nostri immaginari e la saldezza dei principi di controllo sociale. Il suo direttore artistico Bruce Gladwin, al timone dagli anni Novanta, è un erede diretto del movimento Art Brut e della filosofia francese degli anni Settanta, come Foucault, Deleuze e Derrida’. 

 Non bastasse il pedigree, oltre alla sostanza artistica, provate a cliccare sul sito della compagnia ed esce come pop-up quanto ribadito addirittura nel colophon, insieme con le indicazioni legali, ovvero: ‘Siamo amici delle persone LGBTQIA+ e delle popolazioni indigene. Riconosciamo la discriminazione subita dalle persone appartenenti a questi gruppi. Sosteniamo l'inclusione e l'avanzamento di tutte le identità nella nostra azienda e nella società’. 

 Per Gob Squad, all’ultimo passaggio milanese nel 2022 con Zona K, venivano presentati così: ‘GOB SQUAD è un collettivo artistico bisessuale, binazionale e bilingue (inglese/tedesco). Hanno ideato, diretto e suonato insieme dal 1994, lavorando dove il teatro incontra l’arte, i media e la vita reale. I Gob Squad hanno cercato nuovi modi per combinare media e performance, producendo spettacoli teatrali, installazioni video, radiodrammi, film interattivi dal vivo e interventi urbani’.
 In apertura di Biennale, il 15 giugno, presenteranno al Teatro Piccolo Arsenale ‘Creation (Pictures of Dorian)’, che si richiama appunto al romanzo di Oscar Wilde, e vuole essere ‘una originale riflessione sulla gioventù e lo scorrere del tempo, tra l’arte, la vita e il culto della bellezza’. E una delle installazioni più emblematica del lavoro con le immagini di questo collettivo anglo-berlinese, ‘Elephants in Rooms’, ovvero 14 finestre sul mondo, sarà visitabile al Padiglione 30 di Forte Marghera nelle due settimane della manifestazione.

Foto di scena (di Kira Kynd) da uno spettacolo di Back to Back Theatre

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