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E' proprio il caso di ripetere anche per questa nuova Giovanna Dark, con Brecht non c'è santo che tenga

Agata Tomšič con Danilo Nigrelli in 'Santa Giovanna dei Macelli' di ErosAntEros (foto di Daniela Neri)

 E’ partito al massimo, il Focus Lavoro del cartellone della stagione 2023-24 di ERT Emilia Romagna Teatro, con la ripresa de ‘Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto’, allestito da Kepler-452, con il collettivo di fabbrica lavoratori della GKN, che si è rivelato in assoluto uno dei più significativi spettacoli teatrali italiani degli ultimi anni.

E non poteva che chiudersi con una produzione ancor più ambiziosa, almeno da un punto di vista produttivo, e cioè ‘Santa Giovanna dei Macelli’ di Bertolt Brecht nella versione pluri-linguistica (1) e davvero spettacolare di ErosAntEros con la band slovena Laivach, andata in scena in prima assoluta all’Arena del Sole di Bologna il 18 aprile.

 Spira una certa aria frizzantina nella cultura del nostro Paese, si sa. E la nuova voglia d’impegno sembra riempire le sale. Per citare solo l'ultimo esempio, al Teatro nazionale di Napoli è stato appena varato ‘Pinter party’ di e con Lino Musella, che ripropone i tre testi più militanti di Harold Pinter all’insegna di una ripetuta denuncia dell’imperialismo americano.

Ma, certo, la sfida di un Brecht così anticapitalista e difficile come ‘Santa Giovanna dei Macelli’, che persino Luca Ronconi ha deciso di affrontare ormai quasi a fine carriera, nel 2012, non è una roba da tutti i giorni.

 Oltretutto, quasi a ruota, la compagnia ravennate fondata nel 2010 da Davide Sacco, regista, con Agata Tomšič, attrice e dramaturg, ha deciso di affrontare anche il Brecht di ‘Cinque difficoltà per chi scrive la verità’, con uno spettacolo che farà parte del loro festival Polis, dal 7 al 12 maggio. Non per caso questa settima edizione di Polis porterà a Ravenna l’occasione di un incontro con la scena tedesca, e in particolare alcuni nomi di punta del 'post-post-drammatico' (ci saranno anche Rimini Protokoll e She She Pop). 

Questo secondo impegno brechtiano, che si basa su una scelta di brani del testo del 1934 sulla verità e su alcune poesie di Brecht, non è un altro kolossal con cast composito, ma una performance vocale della stessa Tomšič accompagnata dai suoni live elettronici di Sacco e dalla proiezione di immagini d’attualità del fotografo Michele Lapini.

I padroni di casa del Festival ravennate, prima di ‘Sulla difficoltà di dire la verità’, riproporranno anche questo ‘Santa Giovanna dei Macelli’, come prologo straordinario, il 24 aprile, nello storico Teatro Alighieri, a quattro passi dal Museo e dalla Tomba di Dante.

 ErosAntEros, come scrivono sul sito, vogliono ‘portare avanti un teatro impegnato che non rinunci al valore estetico della forma’: il che suona quasi inevitabile anche solo per la vicinanza geografica al guru cesenate Romeo Castellucci e ad altre realtà di punta della scena emiliano-romagnola, come Motus e Fanny&Alendader, con cui Sacco e Tomšič hanno peraltro lavorato a lungo.

Per affrontare ‘Santa Giovanna dei Macelli’ hanno cercato di ‘fare interagire il testo con i dispositivi finzionali e i diversi linguaggi artistici che sono propri del nostro fare teatrale, come l’utilizzo del video dal vivo e il gioco con i diversi livelli di rappresentazione’. 

 Mentre lo speculatore Mauler è incarnato, con grande impegno e spiccata caratterizzazione grottesca, da un attore di mestiere come Danilo Nigrelli, gli altri capitalisti restano nel mondo virtuale quando svolgono le varie contrattazioni.

‘Dall’altro lato della barricata’, si legge ancora nel libretto di sala, ‘gli operai, poveri, sfruttati, licenziati, in balia di una crisi manovrata dai ‘giganti’, pronti a vendere tutto, anche se stessi, per un piatto di minestra’ sono rappresentati da quattro attori sloveni in bianco. 

 Nel mezzo, l’Esercito della Salvezza, i Black Hats, sono ‘una band che riscuote successo tra le fasce più deboli distribuendo musiche e preghiere, espressione del concetto marxista di ‘religione come oppio dei popoli’, ma anche metafora degli intellettuali che per lucrare mediano a favore del potere’. 

 Ha un certo peso anche il personaggio del Giornalista (Marco Lorenzini), che nel testo originale si divide tra strilloni, giornalisti e giornalai, e in questa versione invece ‘assume attraverso il filtro del media televisivo, il ruolo di intermediario delle informazioni tra i personaggi dello spettacolo e gli spettatori’.

Infine, a rendere l’ambiguità complessa del personaggio chiave, Giovanna Dark, si getta con tutta la sua arte da performer Agata Tomšič, che arriva a spogliarsi completamente di ogni costume e a lasciar intridere il suo corpo di sangue rosso sacrificale in una vasca trasparente.

 Lo spettacolo, a onor di cronaca, ha diviso canonicamente in due il pubblico della prima all’Arena del Sole e pure la critica, stando a quelle due o tre note che si potevano leggere il giorno dopo. Si è vista una linea di demarcazione tendenzialmente generazionale, tra spettatori appassionati più giovani che parlavano di capolavoro e meno giovani, dai ‘boomers’ in su, più perplessi.

Ascoltando una signora che evidentemente mastica teatro da parecchi anni, si poteva evincere come fossero tuttosommato identificabili i diversi riferimenti ad esperienze teatrali contemporanee di rilievo e perciò che alla fine risultasse non felicissimo 'quel certo miscuglio di stili'. Di certo, questo eccesso di teatralizzazione, in fondo, confonde le carte rispetto all’ideologia brechtiana.

 A fronte di un generale consenso per Nigrelli, peraltro, c’è anche chi non ha trovato così a fuoco in scena la stessa Tomšič, che pure firma l’adattamento come co-autrice. Ed è come se la pur bravissima Agata avesse completamente assorbito su di sé la contraddittorietà estetica, e dunque anche etica, dell’operazione complessiva.

Ma Brecht, forse, non è un autore che si possa rappresentare in sottrazione e chiunque lo metta in scena alla fine rischia comunque di fare troppo.

P.S.: Volendo, potrebbe anche essere che questa gita bolognese sia stata meno ghiotta della precedente per 'Non Tre Sorelle', a causa delle giornate di chiusura di Serghei e di altre trattorie tradizionali, ma onestamente bisogna dire che persino gli osti vegetariani a Bologna sanno il fatto loro, provare i primi piatti di Malerba per credere...

Dalle prove di 'Santa Giovanna dei Macelli' di ErosAntEros con la band slovena Laibach e il cast quasi al completo (foto di Daniela Neri)

NOTA (1), dal libretto di sala: ‘Creando un parallelismo con il capitalismo contemporaneo globalizzato, la compagnia sceglie di rappresentare lo spettacolo in più lingue, opportunità resa possibile dalla collaborazione di diversi co-produttori europei, suddividendo drammaturgicamente l’utilizzo delle quattro lingue (italiano, sloveno, tedesco e inglese) tra i diversi personaggi: i Lavoratori parlano in sloveno e sono incarnati da quattro attori del Mladinsko gledališče (Klemen Kovačič, Ivan Peternelj, Katarina Stegnar, Matija Vastl); i Proprietari parlano in tedesco (Felix Adams, Maximilien Ludovicy-Blom, Wolfram Koch, Pitt Simon, Philippe Thelen); i Black Hats cantano in inglese (Laibach); Mauler (Danilo Nigrelli) parla in italiano, ma quando si rivolge ai proprietari è tradotto in tedesco dal suo intermediario Slift, interpretato da un attore sloveno, sempre del Mladinsko, poliglotta che recita anche in italiano e inglese (Blaž Šef); Giovanna Dark (Agata Tomšič) parla in italiano, ma si rivolge ai lavoratori in sloveno; il Giornalista (Marco Lorenzini) utilizza la lingua della comunicazione: l’inglese'.


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