

Identità, che parola sconvolgente nell'Europa di oggi: 'Parallax' e pochi altri appuntamenti imperdibili
09.03.2025
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Sarà l’ospite d’onore all’Istituto culturale italiano a Londra, il 17 febbraio a mezzogiorno, Sir Wayne McGregor, CBE - dizione completa che specifica l'appellativo onorifico con l’altissimo rango di Commander of the Order of the British Empire.
Presenterà, nel contesto di un incontro sui prossimi appuntamenti della Biennale di Venezia (a maggio si aprirà l'Architettura, seguono le varie DMT) il suo prossimo Festival internazionale della Danza Contemporanea (Venezia, 17 luglio-2 agosto), in una Preview dove non mancheranno giornalisti e osservatori inglesi e internazionali del settore.
Questa trasferta d’immagine della Biennale costituisce una rilevante occasione formale, e Sir Wayne la onorerà di certo alla sua maniera, che si direbbe invece decisamente informale.
E non è solo una questione d’apparenze, di cui è pur sempre Maestro il Direttore della rassegna veneziana sulla Danza, confermato a sorpresa per un secondo mandato di tre anni, dopo l'eccellente finale del primo.
Tra l'altro, capace che McGregor si presenti a casa Italia in Bergrave Street nel solito 'chic-streetstyle' che alterna alle divise sportive da coreografo, e magari pure arrivando, se è al lavoro in Royal Ballett, a due passi da Covent Garden, con quelle quattro fermate centrali in the Tube fino a Hyde Park.
A Venezia quest’estate, anche in occasione della clamorosa conclusione con un suo nuovo spettacolo kolossal al Palazzo del Cinema, sir Wayne sembrava la persona più normale del mondo, che se ne va in giro senza codazzi e anzi si mette in coda con i turisti qualunque per un cono gelato di quelli di cui si dichiara ghiotto.
E’ poi decisamente sorprendente, parlando d’informalità, il menù di sapori forti che McGregor ha confezionato per questa prossima e 19ma Biennale Danza, come coglieranno al volo gli invitati più competenti alla presentazione londinese. Non tanto e non solo per la combinazione irrituale di un Leone d’Oro alla carriera a un mito del balletto americano come Twyla Tarp, con un irrituale e spinoso Leone d’Argento che verrà consegnato alla performer-attivista brasiliana Carolina Bianchi, un’artista che fa pure leva - eccome (1) - sull’uso del corpo in scena, ma che un paio di scarpette a punta non l’avrà mai provato nemmeno per gioco.
Anche i nomi dei prescelti per dirigere i due nuovi allestimenti che la Biennale produce, tra 361 candidature pervenute, seguono un po' la linea di questi Leoni: il direttore-coreografo ha puntato, da una parte, sul vero e proprio mondo professionale della danza, con un progetto del Nuovo Balletto di Toscana, ora diretto dal tedesco Philippe Kratz, già ben noto creatore anche in Italia (ex direttore di Aterballetto). E, dall’altra parte, ha privilegiato un territorio che si potrebbe definire perfomativo multidisciplinare, ovvero si è affidato allo stile eccentrico e militante del duo inglese Bullyache, di Courtney Deyn e Jacob Samuel.
Orgogliosi di indicare come poetica ‘l’esplorazione delle loro stesse identità queer e operaie’, Bullyace hanno presentato quest’estate, per fare un esempio, al Sounding Change di Birmingham, ‘Who Hurt You? (chi ti ha fatto male), che la scheda del festival definiva così: ‘rivisitazione radicale del lavoro di un coreografo ‘working class’, Kenneth McMillian, mescolato con il thriller erotico ‘Showgirls’ e puntato sulla storia angosciante del campione di boxe Jake Lamotta, protagonista di una commedia autobiografica, scritta e diretta dalla sua settima moglie, mentre soffre della demenza causata dal suo lavoro’.
Per giocare con le battute, siamo a una sorta di ‘post-punk-pink’ che eredita e ridefinisce la tradizione ribelle dei giovani londinesi di fine anni Settanta. Si potrebbe definire anche un figurato salto ‘inavanti/indietro’ da Roxy club, luogo-mito originario dei i Clash e delle band del genere, che di colpo trasformarono un vecchio locale gay a vetrina effimera delle avanguardie punk (effimera perché finì presto chiusa per risse).
La nuova produzione che Bullyache allestirà per Venezia, ‘A Good Man is Hard to Find’ (un uomo buono è difficile da trovare), è ‘un progetto coreografico che prende spunto dalla crisi finanziaria del 2008, mettendo al centro la mitologia del potere’, come spiega la scheda de ‘il manifesto’.
‘Sarà un mix significativo di musica, immagini cinematografiche, canzoni e storie che esplorano lo sfruttamento istituzionale' scrive McGregor nella presentazione. 'Come possiamo esistere e trovare/toccare l’umanità in un mondo come questo, pieno di consumismo, rivolte razziali, oppressione dei governi mondiali, guerre e tagli finanziari?’
Aggiunge ancora Francesca Pedroni, sempre sul nostro 'quotidiano comunista': Garratt, nonostante una formazione classica di prim'ordine, 'affonda le radici nei balli di sala e nelle danze latino-americane affermandosi anche in qualità di musicista e film-maker. Samuel è artista multidisciplinare con una formazione accademica in antropologia visiva. Il loro lavoro analizza le rappresentazioni di classe attraverso la messa in scena dell’iconografia della cultura pop’.
E non sarà un progetto poco impegnato nemmeno quello ideato da Kratz per Nuovo Balletto di Toscana, ‘Sisifo felice / Smiling Sisyphus’ che comprende anche un saggio del coreografo Pablo Girolami. ‘I lavori si ispirano al Teatro dell’Assurdo degli anni cinquanta, influenzato da scrittori come Sartre, Genet, Ionesco e Beckett’, spiega il Direttore di Biennale Danza.
‘Il titolo della serata si riferisce al saggio di Albert Camus del 1942, Il mito di Sisifo, in cui scrive la famosa frase: ‘Bisogna immaginare Sisifo felice’. Questa riflessione esistenziale su un’identità condannata a scegliere la felicità informa le due opere, indipendenti ma interconnesse, che esplorano la vertiginosa assurdità della vita insieme al potere della scelta personale e della resilienza’.
Sir Wayne umanista e neo-esistenzialista a tutto tondo, nemmeno sfiorato dall'onda montante anti-woke e reazionaria che dilaga da Trump a Farage, da Musk a mezza Europa, si muove anche come curatore sul terreno aperto delle espressioni e delle discipline artistiche contemporanee.
Per dirla in termini di mitologia classica - dato che sulla stessa linea della metropolitana londinese si può agevolmente arrivare dall’istituto di cultura italiano al British Museum, che custodisce una delle più antiche e potenti raffigurazioni su marmo delle Muse -, con questi affondi impegnati McGregor si porta ancora ben fuori dal ‘Tersicoreo-grafico', in un territorio ibrido tra Calliope, Polimnia e Melpomene.
In attesa del programma completo, bisogna tener presente che la scena della danza internazionale è sì davvero ricca ma anche piena d'insidie, per gli organizzatori di rassegne, soprattutto d'estate. Biennale Venezia deve prima di tutto fare i conti con prestigiose manifestazioni concorrenti, come la pressoché contemporanea ImpulsTanz di Vienna, al via il 10 luglio con ospiti e produzioni di grande livello, e Biennale de Lyon, che pure è più sfalsata come date di programmazione ma si accaparra sempre grandi esclusive...
NOTE
(1) CAROLINA ROSSO SHOCKING II, CON I ‘MASCHI ALFA’ NEL MIRINO
Fondatrice e guida del collettivo pluridisciplinare di San Paolo del Brasile Cara de Cavalo, Carolina Bianchi, sta lavorando a sua ‘Trilogia Cadela Força’ (ovvero sulla Forza della Cagna), e ha già presentato un primo choccante atto, che prendeva spunto dalla storia vera e tragica della performer Pippa Bacca. Abbandonando il suo stesso corpo alla droga dello stupro e poi facendolo sottoporre a una sorta di violenza carnale performativa, attraverso anche l’uso intimo di una piccola videocamera, ha creato scandalo persino al Festival d’Avignone.
A Venezia porterà il secondo, nuovisimo ‘The Brotherhood’, un lavoro incentrato sulla mascolinità e lo sguardo maschile.
Wayne McGregor ha scritto nella motivazione: ‘Nel 2023, Carolina Bianchi ha presentato ‘A Noiva e o Boa Noite Cinderela’ (La sposa e Buonanotte Cenerentola), che si addentra negli orrori profondi della violenza sessista, come una discesa nel profondo degli inferi, immergendoci in uno spazio in cui i ricordi si intrecciano e diventano indistinti. Bianchi impiega il proprio corpo come elemento centrale del suo lavoro, radicandosi saldamente nella tradizione della performance femminile e allo stesso tempo mettendola in discussione. Con l'evolversi della sua sensazionale trilogia di opere, Bianchi rimane all’avanguardia della performance più radicale, ricordandoci l’imprescindibile bisogno di voci artistiche nuove così rigorose’.
(2) WAYNE OFFICIAL C.V., VENICE EDITION: SE QUINDICI PREMI VI SEMBRAN POCHI…
Nato a Stockport (Gran Bretagna) nel 1970, Sir Wayne McGregor, CBE è un coreografo e regista britannico. Dirige lo Studio Wayne McGregor, una rete creativa che allarga le frontiere dell’intelligenza del corpo attraverso la danza, il design, la tecnologia.
Dal 2006 Wayne McGregor è coreografo residente del Royal Ballet, il primo coreografo proveniente dalla danza contemporanea a essere invitato a ricoprire questo ruolo.
McGregor riceve regolarmente commissioni e opere nei repertori delle più importanti compagnie di danza del mondo, tra cui il Balletto dell’Opera di Parigi, l’Alvin Ailey American Dance Theater, il Balletto della Scala, il New York City Ballet, l’American Ballet Theater, il Royal Danish Ballet, il National Ballet of Canada e l’Australian Ballet.
McGregor è molto richiesto come coreografo per il teatro (Old Vic, National Theatre, Royal Court, Donmar), l’opera (La Scala/Royal Opera, ENO, Dutch National Opera), il cinema (Harry Potter e il calice di fuoco, The Legend of Tarzan, Fantastic Beasts and Where To Find Them, Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald, Sing, Mary Queen of Scots, The Outrun) e video musicali (Radiohead, Thom Yorke, The Chemical Brothers). ABBA Voyage, il rivoluzionario concerto che nel 2022 ha riportato sul palcoscenico le star del pop svedese in un’eccezionale performance in avatar, coreografata da McGregor, proseguirà nel 2025.
Sir Wayne McGregor ha studiato coreografia a Bretton Hall, Università di Leeds. È professore di coreografia al Trinity Laban Conservatoire of Music e presidente della Elmhurst Ballet School. È vicepresidente della Roundhouse di Londra, ambasciatore della Arts Foundation del Regno Unito e patrono del The Place di Londra. Ha ricevuto dottorati onorari dal Royal College of Art di Londra, dall'Università di Plymouth, dall'Università di Leeds, dall'Università di Chester, e dall'UAL. Fa parte del Circle of Cultural Fellows del King's College di Londra. Nel 2017 è stato insignito della Fellowship onoraria della British Science Association.
Il lavoro di Wayne McGregor è stato premiato con numerosi riconoscimenti, tra questi quattro Critics' Circle National Dance Awards, due Time Out Awards, tre South Bank Show Awards, due Olivier Awards, un Prix Benois de la Danse e due Golden Mask Awards. Nel 2011 è stato insignito di un CBE per i servizi resi alla danza e nel 2021 è stato premiato con un Lifetime Achievement Award al Prix de Lausanne.
(Dal sito della Biennale Danza)