" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Con le prime di Serra e Delbono ERT presenta subito i nuovi gioielli del teatro artistico italiano, ma tiene due perle di riserva per il 2025

Chiara Michelini in 'Tragùdia' (foto di scena di Alessandro Serra)

 Ci sono anche statistiche ministeriali meno odiose e infingarde del previsto. Emilia Romagna Teatro ERT, per esempio, con le sue 8 sale in cinque città emiliano-romagnole, risulta al primo posto ‘come punteggio complessivo che somma qualità artistica e dimensione quantitativa tra i Teatri Nazionali, art. 10 del D.M. 27 luglio 2017 e ss.mm. e ii' (testuale!). 

 E in fondo basta guardare che cosa propone in apertura delle stagioni 2024/25, dal 15 al 27 ottobre: su tre palcoscenici, nei teatri di Bologna, Modena e Cesena, ci saranno due settimane dedicate alla creatività italiana contemporanea. 

 A parte il titolo contraddittoriamente anglofono (‘bella grezza’ si direbbe in bolognese), ‘Opening - showcase Italia. Un percorso di VIE Festival’, con 8 spettacoli, di cui 7 produzioni ERT, 2 debutti nazionali e 2 prime assolute, sarà un’occasione di incontro davvero unica e preziosa. 

 Basta scorrere l’elenco dei titoli e dei personaggi coinvolti, di cui ERT ha sostenuto il percorso nell’ultimo triennio: le rappresentazioni si aprono con un trittico di prime di nuovi spettacoli tra i più attesi dagli appassionati, firmati da protagonisti della scena artistica del teatro italiano che sono molto amati e considerati anche fuori dai nostri confini.

 Pippo Delbono a Modena con ‘Il Risveglio’, una sorta di atto secondo del commovente e indimenticabile ‘Amore’, e Alessandro Serra a Bologna con ‘Tragùdia - il canto di Edipo’, che si preannuncia come una tappa miliare del percorso del regista-autore di ‘Macbettu’, sono in prima nazionale, dato che hanno entrambi fatto esordire le loro nuove prove in prestigiosi festival internazionali; Daria Deflorian è impegnata invece nella prima assoluta della sua versione del romanzo cult ‘La Vegetariana’.

 Ci saranno ancora: l'esordio ufficiale di ‘Eclissi’ di Michela Lucenti con Balletto Civile, dopo l'anteprima a Oriente Occidente di Rovereto (dopo questo titolo di punta del progetto Carne – focus di drammaturgia fisica di ERT, Lucenti sarà impegnata anche in ‘Le Parole del corpo’ e ‘Le Fleurs’); Emma Dante che porta a Cesena ‘Re Chicchinella’; Roberta Lidia De Stefano con ‘Kassandra’ e Marco Lorenzi in ‘Come gli uccelli’. Programma e dettagli sono online. A seguire, le schede ufficiali delle quattro prime.

 Ce n'est qu'un début…ERT quest’anno vanta altre due perle davvero splendenti nel suo programma, spaziando al meglio tra le generazioni e gli stili del teatro di ricerca.

Nicola Borghesi e Enrico Baraldi ovvero Kepler-452 - attualmente impegnati in sporadiche riprese de ‘Il Capitale’ che li ha portati alla ribalta nel mondo e del nuovo ‘Album’ -, preparano per il debutto all’Arena del Sole di Bologna, il 27 febbraio 2025, ‘A place of safety’, diario di bordo dalla Sea-Watch 5 impegnata nel Mediterraneo a soccorrere i migranti.

 Eugenio Barba, uno dei più grandi protagonisti della scena teatrale degli ultimi 60 anni, arriverà anche lui a Bologna nel '25, dal 14 al 18 maggio, per un nuovo spettacolo del suo Odin Teatret , coprodotto da ERT, intitolato ‘Le nuvole di Amleto - dedicato a Hamnet e ai giovani senza futuro’.

Barba ha deciso di affrontare la tragedia di Shakespeare per riflettere sul concetto di eredità e sul rapporto fra le generazioni. ‘Le nuvole di…’ ripercorre la relazione tra padre e figlio attraverso l’opera e la biografia di Shakespeare, che perse l’unico figlio maschio, Hamnet, nel 1595 e cinque anni dopo il padre: durante il periodo di lutto scrisse la nuova tragedia, che è uno dei testi più celebri della storia della letteratura.

Una scena di 'Eclissi' di Michela Lucenti (foto di Monia Pavoni)

LE QUATTRO PRIME ERT, SCHEDE E DATE

'Eclissi' coreografia e regia Michela Lucenti

dal 15 al 20 ottobre (martedì, giovedì, venerdì ore 19.00; mercoledì, sabato ore 21.30; domenica ore 18.00) al Teatro Arena del Sole - Sala Thierry Salmon, Bologna.

Un gruppo di performer under 35 guidati da Michela Lucenti e Balletto Civile che raccontano con i loro corpi il delicato periodo della crescita, tra ombre e luci, entusiasmi e paure.

Uno spettacolo dedicato alla giovinezza e al suo «lato oscuro e abissale», parte di un più ampio progetto nato dalla volontà del collettivo di vedere applicata la propria poetica ai corpi di una comunità di giovanissimi, che si ispira al fenomeno naturale dell’eclissi.

Punto di partenza è stata la scrittura dell’autrice statunitense Anne Dillard (Premio Pulitzer per la saggistica 1975), in particolare il libro Ogni giorno è un Dio, pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018.

Sul palco 'raccontiamo di un piccolo gruppo di ragazze e ragazzi – spiega Michela Lucenti – che salgono su una collina per vedere un fenomeno straordinario, un’Eclissi totale. La simbologia dell’evento è chiara: la maestosità della natura nei confronti dell’essere umano, ma anche la paura del buio, la crescita, il desiderio dell’avventura e il ritorno alle latitudini domestiche'.

La narrazione passa attraverso una recitazione fisica veloce, accompagnata da una composizione coreografica «meticolosa e furiosa», su un disegno sonoro elettro-noise eseguito dal vivo dal vocalist e leader dei Mont Baud Thybaud Monterisi.

'Eclissi' è 'un viaggio di un’intera giornata in cui il gruppo affronta la fatica e l’attrazione per l’ignoto, cercando una risposta per salvarsi dalla noia: il corpo esplode di paura e di urgenza per affermare la propria identità, muovendosi dalla solitudine alla comunità'.  

Un inatteso momento ludico di 'Tragùdia', l'Edipo rivisitato da Alessandro Serra

RITO, VISIONARIETA' E CATARSI

'Tragùdia - Il canto di Edipo' di Alessandro Serra. Liberamente ispirato alle opere di Sofocle e ai racconti del mito.

Dal 17 al 20 ottobre (giovedì, venerdì ore 20.30; sabato ore 19.00; domenica ore 16.00) al Teatro Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis, Bologna. Al termine della prima del 17 ci sarà un incontro con il regista.

Come compiere il tragico oggi? Come riattivare nel teatro il rito collettivo? Alessandro Serra riscrive il mito di Edipo per il pubblico contemporaneo, affidandosi all’antichissima lingua grecanica.

Regista, autore, scenografo e light designer molto apprezzato anche all’estero (dai premi per Macbettu al successo della coproduzione ERT La tempesta), creatore di un teatro visionario che spesso si confronta con i testi classici, Alessandro Serra presenta in prima nazionale il suo nuovo lavoro, Tragùdia – il canto di Edipo, che ha debuttato in aprile al Mitem, il Madách International Theatre Meeting di Budapest. 

Una riscrittura del mito che attraversa le opere di Sofocle interrogandosi su come sia possibile far rivivere oggi l’essenza della tragedia classica: 'in un’epoca di macerie' spiega lo stesso Serra, 'non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta, soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco.

Ciò che resta della tragedia: parole senza suono. Ciò che resta della polis: una società di estranei. Ciò che resta del rito: una drammaturgia spenta. Ciò che resta di un mito: una storiella venuta a noia. Ciò che resta di un eroe: un personaggio fuori fuoco. Il canto di Edipo si edifica sulle macerie.

Come ricostruire oggi quel sapere collettivo che esonerava il poeta tragico dal dover volgere in prosa il mito e lo legittimava a sollecitare immediate visioni? Come rendere Sofocle accessibile a tutti? Come elaborare il lutto per la perdita della polis e del sacro?'.

Per riproporre al pubblico di oggi il personaggio di Edipo, 'Tragùdia' si affida al grecanico, un idioma arcaico tutt’ora parlato fra Calabria e Puglia. 'Come consegnare al pubblico la drammatizzazione perfetta del mito perfetto in una lingua non ostile e concettuale, ma musicale, istintiva e sensuale?', continua il regista. 'L’italiano sembra abbassare il tragico a un fatto drammatico. Abbiamo perciò scelto il grecanico, lingua che ancora oggi risuona in un angolo remoto di quella che fu la Magna Grecia, una striscia di terra che dal mare si arrampica sull’Aspromonte scrutando all’orizzonte l’Etna'.

Un’opera archetipo di qualsiasi tragedia, che Aristotele assume costantemente come modello, la tragedia freudiana per antonomasia. In una città ridotta al lumicino, arida, sterile e in decomposizione, espulso come capro espiatorio, Edipo cammina 'verso una luce interiore che si manifesterà a Colono, nel bosco sacro in cui verrà letteralmente assorbito dagli dei', liberandosi dal mondo materiale.

Pippo Delbono in scena con uno dei suoi artisti ne 'Il risveglio' (foto Luca Del Pia)

PIANGERE, PIANGERE E POI VOLARE DI NUOVO

'Il risveglio', uno spettacolo di Pippo Delbono con Compagnia Pippo Delbono

Dal 17 al 20 ottobre (giovedì, venerdì ore 20.30; sabato ore 19.00; domenica ore 16.00) al Teatro Storchi di Modena. (Il 19 ottobre, alle ore 16.30 al Teatro Storchi è in programma la presentazione del libro Delbono di Gianni Manzella, che dialogherà con Pippo Delbono).

Pippo Delbono in prima nazionale con una nuova creazione che racconta il sentimento universale della perdita e la volontà di rinascita, con i testi originali dell’artista.

Dopo il debutto del 21 giugno 2024 al FITS - Sibiu International Theater Festival (Romania) e la tappa a Parigi al Théâtre du Rond-Point (2-6 ottobre), arriva a Modena la prima nazionale della nuova creazione di Pippo Delbono, artista residente di ERT fra i più noti e apprezzati della scena italiana e internazionale, reduce da una lunga e fortunata tournée in tutto il mondo con 'Amore' e 'La Gioia'.

Lo spettacolo riprende la figura dell’uomo assopito sotto l’albero secco, poi improvvisamente ricoperto di fiori, alla fine di Amore, per esprimere ora il bisogno di risvegliarsi, col rischio di trovarsi di fronte a un mondo peggiore del precedente. Prima della pandemia che ha chiuso tutti in casa. Prima delle guerre scoppiate alle porte di casa. Prima del ritorno di ideologie che pensavamo appartenessero al passato. 

'Il risveglio' parte da un’esperienza personale e dal riconoscimento di una fragilità per indagare il sentimento universale della perdita, attraverso racconti, storie e poesie scritti dallo stesso Delbono. È la prima volta che in una sua opera non sono presenti i testi degli autori a lui cari: con 'Il risveglio' vuole infatti 'dire un nuovo dolore che l’ha invaso' e per raccontarlo ha sentito di dover fare affidamento soltanto alle proprie personali parole. 

La pièce si compone di pochi ed essenziali elementi scenici, per spingere lo sguardo oltre ciò che si vede. Anche 'Il risveglio' nasce dalla musica (con il violoncello dal vivo di Giovanni Ricciardi), seguendo la partitura di un ritmo interiore.

Lamenti d’amore e di tenerezza trascinano gli attori e le attrici della Compagnia Delbono in una danza simile al rito sacro, vicino forse a un funerale. L’atmosfera si arricchisce brani provenienti dalla memoria degli anni Settanta, mentre Delbono si ripete 'Devi danzare, danzare nella tua guerra'.

Uno spettacolo sulle tante cadute e i tanti risvegli, dedicato a tutti coloro che si sono addormentati e si sono poi risvegliati. E anche a chi non si è ancora risvegliato.

'La vita è morire e rinascere/ Rinascere e morire/ Abbiamo paura di uscire fuori/ Da questo mucchio di sabbia e amore/ È passato il tempo di soffrire/ Ora è il tempo di rinascere/ È il risveglio dopo la tempesta/ Senza più paure/ Sono stato a lungo nella penombra/ Ma ti prego, luce che sei dentro di me/ Fammi risalire/ Come le aquile/ Primo o poi mi risveglierò' (Pippo Delbono)

Monica Piseddu è 'La vegetaria' di Daria Deflorian (foto di Andrea Pizzalis)

LA CARNE, LA VITA E L'OSSESSIONE DEL CORPO

'La vegetariana': scene dal romanzo di Han Kang, regia Daria Deflorian 

Dal 25 al 27 ottobre (venerdì ore 20.30; sabato ore 19.00; domenica ore 16.00) al Teatro Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis, Bologna.

L’attrice, autrice e regista Daria Deflorian presenta in prima assoluta l’adattamento teatrale de La vegetariana, il romanzo che ha reso celebre anche in Italia la scrittrice coreana Han Kang. Co-creatori e in scena con l’artista, gli interpreti Monica Piseddu, Gabriele Portoghese e Paolo Musio.

Con la collaborazione della sceneggiatrice e scrittrice Francesca Marciano – che ha lavorato tra gli altri, con Nanni Moretti, Valeria Golino, Cristina Comencini e Carlo Verdone – questa inedita versione teatrale mescola linguaggio scenico e cinematografico.

'È un testo sensuale, provocatorio e violento', spiega Deflorian, 'ricco di immagini potenti, colori sorprendenti e domande inquietanti. Mentre la protagonista cambia, anche la lingua del libro cambia, dall’irritazione sconcertata della narrazione in prima persona del marito nella prima parte alla prosa misurata del mondo della sorella, dalla narrativa densa e sanguinosa dei sogni di Yeong-hye alle descrizioni vivide di corpi dipinti con fiori che stanno sbocciando o sfiorendo nel capitolo dedicato al cognato. Frase dopo frase, 'La vegetariana' è un’esperienza straordinaria'.

La vicenda, in tre atti, narra di una coppia composta da Yeong-hye, una donna definita dal marito 'insignificante' casalinga e moglie diligente, giovane ma senza grandi passioni; e da Cheong, un impiegato mediocre e disilluso dalla vita. La loro è un’esistenza ordinaria fino a quando Yeong-hye, dopo aver fatto un sogno, dichiara di voler diventare vegetariana.

Da questa rivelazione, esplode una profonda crisi: si passa dalla reazione del cognato, un artista senza successo ossessionato dal corpo, ai tentativi della sorella di affrontare le conseguenze dei disastri familiari in corso.

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