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28.01.2025
Inseguendo la magia degli insetti con Michèle Noiret in quel di Wuppertal
Con la Biennale danza di Lione in pieno svolgimento, l’appassionato fanatico dovrebbe ritornare in Italia almeno il 19 settembre, per la clamorosa apertura anti-putiniana della rassegna bolzanina Transart 23, con la nuova perfomance politica e femminista delle Pussy Riot nella splendida location industriale a Cortaccia, sulla strada del vino, nella sede della Rothoblaas, un’azienda d’avanguardia di materiali sofisticati per l’edilizia.
Così ci mancava giusto la prima edizione di FRAGILE - Festival for young changemakers, una nuova rassegna internazionale di danza-musica-teatro sul tema della sostenibilità, organizzato dal Centro Pina Bausch di Wuppertal, per rendere ancora più impossibile l’agenda di fine estate del dramaholic militante.
Il nuovo appuntamento presenterà 8 produzioni da 6 Paesi diversi, rivolte in particolare ai giovani e a un pubblico intergenerazionale, dal 20 settembre al 1° ottobre, nella piccola città del distretto di Düsseldorf conosciuta appunto per aver dato ospitalità a Pina Bausch e alla più importante rivoluzione del teatro-danza.
La giuria composta da membri di Fridays for Future Wuppertal, dai curatori Melanie Zimmermann e Tobias Staab con Bettina Milz del Centro Pina Bausch, ha messo a punto un festival che esplora nuove narrazioni, spazi, materiali e metodi di produzione, scegliendo esclusivamente spettacoli, perlopiù accompagnati da laboratori e dibattiti, dove in palcoscenico si sperimentino concretamente pratiche eco-sostenibili, che mostrino in qualche modo ‘i poteri speciali che i diversi linguaggi performativi possono svolgere nel promuovere l'empatia globale’, come recita la suggestione programmatica.
Ad aprire la prima edizione di FRAGILE, con tre rappresentazioni, ‘L’œil, l'oreille et le lieu’, il più recente progetto di ‘dance-cinema’ firmato da Michèle Noiret, personaggio di grandissimo spessore (1), coreografa intellettuale appena ricomparsa dopo anni in Italia, grazie al festival Oriente Occidente di Rovereto, dove ha potuto allestire ‘Le Chant des ruines’, l’opera di qualche anno fa in cui mette a tema la fine del mondo come un’ironica, tragica e magica guida per la sopravvivenza nel XXI secolo (speriamo di poterne parlare presto meglio).
Nel caso del nuovo spettacolo che sarà in scena a Wuppertal, per poi tornare al Festival de Dance de Cannes ai primi di dicembre, Michèle Noiret vuole condividere la sua meraviglia per il mondo degli insetti che tanto la affascina, nonché la sua tristezza e la sua rabbia per la loro graduale scomparsa.
La coreografia è costruita attorno a questa rabbia così come è intessuta di magia ispirata proprio alle trasformazioni e ai movimenti degli insetti: ‘i fenomeni del bozzolo, della metamorfosi, dell'accoppiamento e della cattura della preda sono tutte variazioni che permeano i gesti dei ballerini, le immagini e la scenografia’, spiega la scheda dello spettacolo.
Nello stile di un film futuristico, la coreografia (alla cui creazione hanno collaborato i due interpreti David Drouard, collaboratore da un decennio della Noiret, e la nuova ‘stella d’oriente’ Sara Tan, straordinaria protagonista anche a Rovereto per la ripresa di ‘Le Chant des ruines’) ‘L’œil, l'oreille et le lieu’ affronta direttamente temi ecologici e sociali che, spiega Noiret, ‘interessano soprattutto alle giovani generazioni, quelle che inventeranno la società di domani, ma l’obiettivo non è didattico, bensì di affascinare, sorprendere, sconcertare, sedurre e interrogare il pubblico’.
A giudicare dal calendario pubblicato sul sito della compagnia, fino all’inizio del 2025 non ci sono grandi speranze di vedere ancora in Italia qualche creazione di questa vera e propria Maestra, che pure parla davvero bene anche la nostra lingua: ed è un gran peccato che persino i teatri più aperti a programmazioni innovative e internazionali, per fare un solo esempio Triennale Milano, non provino a presentare al pubblico anche la strepitosa ‘dance cinema’ che Michèle Noiret continua a elaborare e produrre con cura.
NOTA 1, M.N. da Bejart e Stockhausen alla dance-cinema
*(1) Recita la biografia ufficiale: nel 1976 la coreografa Michèle Noiret entra nella scuola Mudra di Maurice Béjart, dove studia per tre anni. Nel 1977 incontra Karlheinz Stockhausen, che le parla di un progetto di danza solista integrato con la sua musica. Appena lasciata la Mudra, studia la notazione gestuale del compositore e lavora con lui come solista per circa quindici anni. Da questa collaborazione sono nate tre creazioni che fanno parte dell'opera ‘Donnerstag aus Licht’. Sono state eseguite in tutto il mondo. L'opera è stata messa in scena nella sua interezza per la prima volta nel 1981 al Teatro alla Scala di Milano, con la regia di Luca Ronconi e la scenografia e i costumi di Gae Aulenti, poi nel 1985 al Covent Garden di Londra con Michaël Bogdanov e Maria Bjornson.
Nel 1981 Michèle Noiret incontra Pierre Droulers, con il quale lavora a diversi progetti, tra cui ‘La Jetée’ (1983). Nel 1982 parte per esplorare la scena di New York, dove è segnata dall'incontro con i danzatori della compagnia di Trisha Brown e dalla ‘contact dance’. Al suo ritorno in Belgio, nel 1986 crea una propria compagnia, creando e interpretando l'assolo ‘La Crevêche’ e un duetto omonimo con Jean-Christian Chalon. Contemporaneamente ha continuato a girare il mondo con Karlheinz Stockhausen (…), per i vari prestigiosi concerti di brani di ‘Donnerstag aus Licht’. Il suo lavoro di coreografa diventa sempre più importante, con l'assolo ‘Vertèbre’ (1989), ‘Louisiana Breakfast’ (1990), danzato e coreografato con Bud Blumenthal, con cui poi collabora per dieci anni, ‘L’Espace Oblique’ (1991), ‘Avna’ (1992), ‘Tollund’ (1994), e ‘Les Plis de la nuit’ (1996), che incorpora per la prima volta immagini filmate, ‘Paysage promenade’ e ancora ‘Tollund’ (1997). Seguono ‘Solo Stockhausen’ (1997), eseguito da Michèle Noiret su ‘Tierkreis’ di Stockhausen in omaggio al compositore, e ‘En Jeu’ (1998), in cui esplora le tecnologie sonore interattive con il compositore Todor Todoroff.
Nel 2000, invitata da Geneviève Druet per una residenza al Théâtre des Tanneurs di Bruxelles, crea ‘In Between’ (2000) e ‘Twelve Seasons’ (2001) con Paolo Atzori per le immagini e la scenografia interattiva e Todor Todoroff. Nel 2002, sempre con il compositore Todoroff e il videoartista Fred Vaillant, ha dato vita a un progetto a lungo termine: ‘Prospectives’ (2002-2004), un'ulteriore ricerca sulla scomposizione dello spazio e sull'integrazione delle tecnologie interattive del suono e dell'immagine. Da questo processo nascono tre creazioni: ‘Mes jours et mes nuits’ (2002), ‘Sait-on jamais?’ (2003) e ‘Territoires intimes’ (2004), tutte occasioni per affermare un linguaggio coreografico originale e inventare nuove sinergie tra danza e tecnologia. Nel 2005, su richiesta di Brigitte Lefèvre, direttrice della danza dell'Opéra National de Paris, crea con la stessa équipe ‘Les Familiers du labyrinthe’, un pezzo per quindici danzatori in cui collabora con Alain Lagarde, che disegna la scenografia e i costumi.
Nel 2002 incontra il regista Thierry Knauff. Insieme hanno creato due film, ‘Solo’ (2004) e ‘À Mains Nues’ (2006), poemi cinematografici, coreografici e musicali. Poi è arrivato ‘Chambre blanche’ (2006), un quartetto femminile sobrio e spoglio. Questo spettacolo ha vinto il Prix de la critique Théâtre-Danse de la Communauté française de Belgique come miglior spettacolo di danza della stagione 2005/2006. Artista associata dalla stagione 2006-2007 del Théâtre National de Belgique, diretto da Jean-Louis Colinet, ha creato ‘Les Arpenteurs’ (2007), uno spettacolo per sette danzatori e sei musicisti delle Percussions de Strasbourg, con musiche originali di François Paris. Sempre nel 2007, si riunisce con Fred Vaillant e Todor Todoroff in ‘De deux points de vue’ (2007), un duetto creato per i danzatori del Ballet de Nancy in cui, utilizzando nuovi strumenti interattivi, sviluppa una danza-cinema che ci porta nelle profondità del nostro essere.
In ‘DEMAIN’ (2009), un pezzo coreografico sfaccettato per quattro assistenti, un cameraman e una danzatrice, Michèle Noiret si lascia abitare da un personaggio attanagliato dall’inaccettabilità del mondo. Le sue domande, la sua rivolta, la sua vita interiore e la sua sensualità a fior di pelle sono al centro di questo pezzo, che intreccia diverse forme di scrittura scenica. Lo spettacolo ha vinto il Prix de la critique Théâtre-Danse de la Communauté française de Belgique come miglior spettacolo di danza della stagione 2008/2009. Nel luglio 2010, su richiesta di Bernard Foccroulle, ha creato ‘La primultime rencontre’ per il Festival d'Aix-en-Provence. Questo assolo, coreografato e danzato da Michèle Noiret, è stato presentato nel parco della tenuta Grand Saint Jean, come preludio all'opera ‘Un retour’, diretta da Oscar Strasnoy su libretto di Alberto Manguel. Sempre nel 2010, ha creato ‘Minutes opportunes’, in collaborazione con gli interpreti Dominique Godderis, Filipe Lourenço, Igor Shyshko, Lise Vachon e gli assistenti Dominique Duszynski e Marion Ballester. Nel maggio 2011 è stata la volta di ‘Hôtel Folia’, commissionato da Frédéric Flamand, un pezzo per 10 ballerini del Ballet National de Marseille. Ha scritto anche un breve assolo per Thomas Lebrun, che ha fatto parte del pezzo ‘Six Order Pieces’, danzato dal coreografo e presentato ai Rencontres chorégraphiques internationales de Seine-Saint-Denis.
In Hors-champ (2013), Michèle Noiret ha esplorato i legami tra performance dal vivo e cinema intorno alla domanda: "Una realtà allucinatoria?".
Nel maggio 2014, la coreografa ha creato ‘Palimpseste’. Rivisita ‘Solo Stockhausen’, un pezzo importante del suo repertorio, creato nel 1997 e adattato per il cinema nel 2004 dal regista Thierry Knauff. Nel marzo 2015 Michèle Noiret ha proseguito la sua ricerca artistica sulla danza-cinema con il cortometraggio teatrale ‘Radioscopies’ e nel febbraio 2016 con la performance ‘L’Escalier Rouge’, un duetto di danza con David Drouard. Nel settembre 2016 ha creato ‘Palimpseste Solo/Duo’ al Théâtre National de Chaillot di Parigi.
Nella primavera del 2019 hanno visto la luce ‘DÉSIRS’ e ‘Vertèbre’: due forme brevi, due universi diversi, il cui comune denominatore è la trasmissione del suo stesso linguaggio coreografico.
Presentato in anteprima all'apertura della Biennale di Danza di Charleroi nell'ottobre 2019, ‘Le Chant des ruines’, uno spettacolo per 5 danzatori, getta uno sguardo interrogativo sulla nostra società in continua evoluzione attraverso un allestimento scenico ridotto, leggero e interattivo. Con l'aiuto del suo team, la coreografa reinventa la sua scrittura coreografica e il suo modo di fondere i linguaggi della danza e del cinema. (Poi è venuto ‘L’œil, l'oreille et le lieu’ - di cui sopra nell’articolo principale - e sono in preparazione due altri nuovi spettacoli, nel primo dei quali ‘Up Close!’, previsto per il 2024 e i primi quarant’anni di carriera, s’annuncia un cambio di registro post-dance-cinema…)
Artista associata del Théâtre National de la Fédération Wallonie-Bruxelles dal 2006 al 2017, del Théâtre Les Tanneurs dal 2000 al 2006 e regolarmente sostenuta dal Théâtre National de Chaillot di Parigi, la sua compagnia di Bruxelles è ora indipendente. È sovvenzionata dalla Fédération Wallonie-Bruxelles, Service de la Danse.
Michèle Noiret è membro dell'Académie Royale de Belgique.