" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Musica per la wanderlust dell'anima

Bruce Chatwin sosteneva che le “vie dei canti” della tradizione aborigena fossero non sono soltanto l’origine della loro narrazione sulla creazione del mondo, ma costituissero anche una sorta di mappa preziosa che consentisse loro di orientarsi nella sua complessità, reale e metaforica. Animata dallo stesso spirito di consolatoria fascinazione, che informa molto del nostro atteggiamento verso la musica, dall’esegesi più erudita alla popolare saggezza del “canta che ti passa”, si è svolta una salvifica minirassegna di world music all’interno del programma del Teatro Menotti in Sormani. Un cartellone estivo di altissima qualità, che si propone di accogliere al tramonto, nel cortile d’onore della Biblioteca, i milanesi in fuga dallo streaming forzato in aria condizionata, spaziando dal teatro civile alla comicità d’autore, dalle narrazioni verbali ai percorsi musicali. Ed in questo contesto, provvidenziale come un faro nella notte più scura, un trio di concerti in particolare ha rianimato quella wanderlust dell’anima che pareva ormai tramortita dalla torrida estate.

Con cura sapiente i musicisti ci hanno accompagnato in un viaggio al centro del nostro sentire, proprio là dove l’ascolto si muta in sentimento e memoria comune.

La voce suadente di Eleonora Tedesco, affiancata da un ottimo gruppo, ha guidato il paziente cammino del suo progetto “Zarièl: Le strade di polvere”, tra melodie balcaniche, sefardite, mediorientali, lungo un percorso il cui comun denominatore è il canto femminile quale portatore di un sapere più antico, quello che tesse e ricama la coperta che tiene insieme il mondo.

Danilo Rossi, raffinatissima prima viola del Teatro alla Scala, ha scelto un ensemble rom, il New Gipsy Project, come compagni di una ricerca che parte dalle variazioni folkloriche di grandi compositori classici, attraversa il repertorio tradizionale nomade e si ricompone nelle sonorità manouche, in un gioco di rimandi che dai virtuosismi di Brahms e Bartok arriva alle acrobazie armoniche delle danze nuziali sinti.

KlezParade, orchestrina (nella sua più preziosa e ballabile accezione) klezmorim, travolge con la sua energia anche i più neghittosi tra i viandanti, trascinandoli in una parata di storie, canti e danze magistralmente condotta da Manuel Buda, icastico narratore ambulante appena smontato da un cielo di Chagall. Pregevole chitarrista, si destreggia con allegria nelle intricate vie del grande shtetl sonoro della musica klezmer, al seguito di una brillante compagine di artisti di gran cuore ed immenso mestiere, spaziando dai classici esteuropei alle nuove tradizioni di matrice israeliana.

Un grande viaggio, dunque, per ricordare e ritrovare la polverosa via che ci riconduce a quella cultura comune che dall’est all’ovest, costeggiando il Mediterraneo, possiamo chiamare casa.

 Ot azoy!

Arni Canali
P. S.: La rassegna Teatro Menotti in Sormani si è conclusa il 3 agosto, con l'esibizione 'A voce sola' dell'Hipnosis Electro Duo, ovvero il soprano Carolina Lidia Facchi accompagnata dalla musica elettronica di Mattia Olgiati, tra Vivaldi e John Cage.

Nella foto, il concerto di Danilo Rossi con l'ensemble The New Gipsy Project il 16 luglio in Sormani a Milano

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