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'La più strana delle meraviglie' è l'effetto smascheramento di Shakespeare che funziona anche in tv

Roberto Mercadini in uno dei suoi monologhi cult

 Le vie del teatro sono infinite. E a volte qualche bella occasione può venire persino dall’impaginazione dei programmi televisivi. Così, in questi giorni, gli spettatori appassionati che magari compulsano Raiplay nei giorni di chiusura dei teatri, oppure quando non hanno voglia di uscire, si possono imbattere in un monologo su Shakespeare che per alcuni segnerà la scoperta del talento di Roberto Mercadini.

 In un ciclo di teatro intitolato ’Shakespeare forever’, il canale tematico Rai5 ha deciso di inserire anche il monologo sul Bardo di Mercadini, intitolato amleticamente ‘La più strana delle meraviglie’, accanto al ‘Romeo e Giulietta’ nella versione primo kolossal post-Covid di Mario Martone, e a un ‘Amleto 2’ (dove il 2 sta per al quadrato) di e con Filippo Timi

 ‘La più strana delle meraviglie’ è l'ultimo invitante racconto di 'storie che contengono altre storie' del cesenate classe 1978 Roberto Mercadini, aut-attore di una certa notorietà, che si è fatto amare anche come scrittore.

Mercadini presenta il suo teatro molto onestamente, ‘a nudo’, come si offre in scena con quella faccia che ricorda vagamente il grande uomo-voce dei primi Nomadi, Augusto Daolio. ‘Sui miei spettacoli c’è pochissimo da dire’ scrive in homepage: ‘Frequento una forma di teatro essenziale fino alla scarnificazione; un teatro che non ha nulla di moderno perché è primordiale, atavico. Parlo. Non ci sono costumi, scenografie, oggetti di scena, musiche, cambi luce. Ci sono il mio corpo, il mio volto in cima al mio corpo, la mia voce che esce da esso. È teatro di narrazione? Lezione? Orazione? Conferenza? Stand-up? Forse tutte queste cose insieme. Più probabilmente nessuna di esse’. 

 Il suo ‘monologo da e su Shakespeare’ prende il titolo da una celeberrima battuta di Orazio ad Amleto - ‘Ma questa è la più strana delle meraviglie!' -, che viene pronunciata dopo che hanno visto il fantasma del re. Con grande leggerezza e insieme un’ammirevole profondità Mercadini racconta quel che si sa davvero di Shakespeare, del teatro al suo tempo, dei suoi personaggi, delle sue frasi celebri. Insomma, un Bignami che tutti avremmo voluto studiare. Vedere per credere.

 Tra i pezzi in repertorio di questo personaggio che merita davvero più attenzioni, c’è un precedente fortunato monologo sulla Bibbia ebraica, e in particolare sul libro di Giona, che in qualche modo ha già trovato il pendant editoriale ne ‘La donna che rise di Dio. E altre storie della Bibbia’, edito da Rizzoli, che in questo periodo risulta, peraltro, al primo posto come best-seller nella categoria ‘Racconti di narrativa religiosa’ (sic!) dell’arcinota libreria online.

 Non si è ancora riflessa in libreria, invece, la vivace rilettura de ‘L’Orlando Furioso’ di Ariosto come ‘di un’opera di un’orda di folletti, coadiuvata da una equipe di fate sotto l’effetto di sostanze psicotrope’.

Viceversa lo spettacolo più spettacolo di Mercadini, che vede in scena insolitamente anche un musicista ed è dedicato alla storia della bomba atomica, fa il paio con un altro volume Rizzoli, ‘Bomba atomica’ appunto, che nel 2020 ha vinto addirittura il premio di libro più bello dell’anno nel torneo dei lettori del supplemento ‘Robinson’ de ‘La Repubblica’.

 Tornando a questo singolare ‘monologo da e su Shakespeare’, e ai passaggi in cui Mercadini spiega il senso e la natura essenziali del teatro elisabettiano, il caso vuole che si attesti su un’interpretazione della poetica dello ‘smascheramento’ come chiave di lettura principale dell’immenso autore. Il che, in definitiva, è anche quello che ne può sortire dal casuale accostamento di questo pezzo divulgativo per così dire ‘povero e provinciale’ alle altre riproposte televisive più ‘mainstream’.

 Tra l’altro, a proposito di scarnificazione e autenticità dell’eredità shakespeariana, per il 1° dicembre l’agenda dei sogni vedrebbe ben due appuntamenti da non perdere.

 Nella casa circondariale di Modena è prevista la recita finale della singolare ‘danza dell’omissione’ che Alessandro Serra ha voluto 'ballare' con la sua compagnia al termine della lunga tournée dell'ultimo incantevole allestimento de ‘La Tempesta’, riproponendone la versione essenziale, senza scene e senza luci, di sola interpretazione degli attori, ‘in luoghi periferici per pubblici periferici’.  

 E in uno dei teatri più prestigiosi d’Europa, l’NT Gent, Need Company presenta il nuovo ‘Billy’s Joy. Een hystoire’, insolito viaggio nelle parti luminose e ridenti del teatro shakespeariano che Jan Lawers ha voluto preparare come l’altra faccia della precedente monografia dedicata alle scene chiavi della ‘Billy’s Violence’.   

 Peccato che, come sarà quasi impossibile poter vedere un giorno la ripresa televisiva della post-Tempesta di Serra in un carcere, è altamente improbabile che un teatro italiano voglia invitare Need Company, nemmeno per presentare queste due semplici, eppure avvincenti e spettacolari, antologie shakespeariane. 

 Lo stesso monologo ‘La più strana delle meraviglie’ sarebbe mai entrato in catalogo di Raiplay se nelle ultime stagioni Mercadini non avesse avuto una piccola ribalta televisiva come ospite ‘divulgatore’ di ‘Splendida cornice’, il talk comico e cult di Geppi Cucciari su Raitre? 

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