" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Chi tira le fila del nuovo spettacolo dei Peeping Tom? Justine, Atsushi, Raphaëlle e la milanese Giuliana

Gabriela Carrizo e Franck Chartier (foto Virginia Rota)

 Alla presentazione ufficiale del cartellone della prossima Biennale Danza di Lione, è stata annunciata per il 20 settembre prossimo la prima del nuovo spettacolo ’S 62° 58’, W 60° 39’ (ovvero South 62 degrees 58 minutes, West 60 degrees 39 minutes) di Peeping Tom, che si terrà nel contesto - più che mai appropriato - del grande Theatre National Popolaire di Villeurbane, sede storica di rappresentazioni di ’un teatro elitario per tutti’ che in Francia viene promosso ormai da un secolo.

 Il nuovo atteso spettacolo di Peeping Tom, come annunciato, arriverà poi in prima nazionale italiana a Torinodanza, alle Fonderie Limone di Moncalieri, il 24 e il 25 ottobre. Per ora, di questo lavoro con un singolare titolo che indica le coordinate geografiche e temporali di un punto nel deserto artico, si conosce quel che è stato annunciato sul sito ufficiale della compagnia con base a Molenbeek-Saint Jean, Bruxelles. 

La citazione

 Una nave si è arenata ed è bloccata tra montagne di ghiaccio. Una piccola comunità di persone si trova intrappolata in questo paesaggio pericoloso e arido. Sopravvivono solo guidati dalla natura, aspettando che i ghiacci si sciolgano per continuare il loro viaggio - fino a quando la realtà non si sposta e noi veniamo coinvolti nel processo di creazione del nuovo spettacolo. L'ultima produzione di Peeping Tom, diretta da Franck Chartier, esplora temi come la manipolazione, i fantasmi intergenerazionali e l'arte. Cosa significa per un performer donarsi interamente al palcoscenico? Che cosa si recita, e che cosa è reale? Non è forse vero che alla fine, la vera performance si svolge nella mente del pubblico?
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GELO ARTICO E CALORE UMANO TEATRALE

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 Dal comunicato di Torinodanza s’apprende anche che lo spunto iniziale del naufragio nel deserto artico ‘si traduce in un evento catalizzatore di una serie di accadimenti apocalittici, in cui si scatenano le contraddizioni di un mondo afflitto da guerre, inflazione, cambiamenti climatici e crisi energetica’. Com’è successo con ’Tryptich’, questa nuova narrazione si potrà leggere come un’altra ammaliante metafora sulle contraddizioni della contemporaneità.

 Vediamo quali altri dettagli si possono desumere dalla scheda tecnica, che si apre con la firma di Franck Chartier (ideazione e regia): prima di tutto si nota il contributo alla scena, che s’immagina alquanto complessa e al solito cinematografica, di un’artista visuale di Bruxelles che ha già lavorato per Peeping Tom, Justine Bougerol, conosciuta per le sue stranianti installazioni. Si può desumere ancora che la musica originale di Atsushi Sakaï sarà eseguita dal vivo agli archi e dovrà incrociarsi con la sonorizzazione affidata a Raphaëlle Latini, alle prese con il problema di rendere realistica proprio l’ambientazione tra i ghiacci e le acque gelide.



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OCCHIO AL RIBALTAMENTO, DIETRO C’E’ GIULIANA 

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 Con l’intreccio complesso tra la scena originale di naufragio nel deserto artico e il ribaltamento meta-teatrale dentro le prove di un compagnia di danza, si presume che davvero con S 62° 58', W 60° 39', Peeping Tom ‘sfiderà ancora una volta i limiti del teatro’, come giustamente vanta una più ricca scheda dell’agenzia artistica di Gent Frans Brood production - presentazione purtroppo coperta dall’invito ‘non utilizzare per la pubblicazione’, che è giusto rispettare, limitandosi a carpire soltanto la battuta di grancassa finale. 

 Per aggiungere pure che, dato uno spettacolo che, a tutta prima, si presenta come una rilettura post-moderna de ‘La Tempesta’ shakespeariana con in copertina un remake del ‘Naufragio della Speranza’ di Caspar David Friedrich, dovrebbe aver il suo bel daffare, tanto per cambiare, la responsabile del coordinamento tecnico nonché direttore di palcoscenico, l’italiana Giuliana Rienzi

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MAMMA, CHE BEL CURRICULUM

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 Di formazione milanese, Liceo Parigi poi Scuola d’Arte drammatica Grassi e infine Accademia del Teatro alla Scala, Giuliana Rienzi A 40 anni vanta già un curriculum da far stramazzare d’invidia il ficcanaso dramaholico: dopo un periodo a farsi le ossa - e i calli - come falegname e carpentiere di scena, Rienzi ha fatto il balzo alla posizione di direttore tecnico nientemeno che con Bob Wilson per ‘Hamletmachine’, per poi guidare la messa in scena a Cagliari del capolavoro di Alessandro Serra ‘Macbettu’; è andata in seguito a Cesena, e in giro per il mondo con Romeo Castellucci, per quasi tre anni, lavorando per la Raffaello Sanzio Societas come ‘macchinista’ (o, meglio, ‘stagehand’ per ‘Democracy in America’, il complesso e misterioso spettacolo che ha segnato, ormai più di 5 anni, il passaggio di Castellucci al fulcro neotragico post-rituale).

 Infine, Giuliana è sbarcata a Gent, nel giugno del 2020, proprio per ‘Tryptich’, lo spettacolo che è stato considerato apicale nel percorso artistico di Peeping Tom. E adesso l’attende la sfida di S 62° 58', W 60° 39' 

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NELLA PRIMA ROULOTTE CON UNA GAVETTA D’ORO

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 Peeping Tom è una compagnia di teatro-danza belga inaugurata nel 2000 dai coreografi Gabriela Carrizo e Franck Chartier. Prima di fondare la propria ensemble, come singoli ballerini Carrizzo e Chartier si erano messi in luce lavorando per le più raffinate compagnie di fama internazionale, Les Ballets C de la B (Alain Platel), Rosas di Anne Teresa De Keersmaeker, Maurice Béjart, Angelin Preljocaj e Needcompany di Jan Lawers. Lei, Gabriela, viene indicata, dal sito ufficiale di Peeping Tom, di nazionalità I/AR, italo-argentina si suppone, anche se poi nella scheda biografica si legge solo Córdoba, AR, accanto all’anno di nascita, 1970. 

 Franck invece, classe 1967, è francese di Roanne, nella Loira, ma ha studiato a Cannes per cominciare a ballare a Parigi con Béjart. Un ruolo chiave nelle creazioni della compagnia lo ha avuto la collaboratrice di lunga data Eurudike De Beul, cantante e artista che si è formata nel teatro-danza con Alain Platel e ha poi contribuito a creare il primo progetto originale di Peeping Tom, ambientato in una roulotte, ’Caravana’ (1999), a cui è seguito il film ‘Une vie inutile’ (2000). 

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METTI L’ESTREMISMO NELLA QUOTIDIANITA’

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 Il segno distintivo dichiarato di Peeping Tom è ‘un’estetica iperrealista ancorata in un set apparentemente banale, che riproduce in concreto un luogo della quotidianità: un giardino, un soggiorno e un seminterrato nella prima trilogia (‘Le Jardin’, 2002; ‘Le Salon’, 2004; e ‘Le Sous Sol’, 2007), due roulotte in un paesaggio innevato in ’32 rue Vandenbranden’ (2009), un teatro bruciato in ‘A Louer’ (2011) o una casa di riposo in ‘Vader’ (2014).

 ‘In queste ambientazioni, i registi creano un universo instabile che sfida la logica del tempo e dello spazio. L'isolamento porta a un mondo inconscio di incubi, paure e desideri, che i creatori usano abilmente per far luce sul lato oscuro di un personaggio o di una comunità. Esplorano un linguaggio estremo di movimento e performance: nulla è mai gratuito e la condizione umana è ovunque una delle principali fonti di ispirazione’.

 ‘Usando tecniche di montaggio cinematografico’, dichiarano nel testo di presentazione della compagnia, ‘riescono ad estendere i limiti della trama, che si presenta sempre più come un contorno che come qualcosa che puoi definire con certezza. L’interno domestico delle situazioni familiari rimane per Peeping Tom una delle principali fonti di creatività’.

 Nel 2019, la compagnia ha terminato una seconda trilogia – ‘Vader’, ‘Moeder’, ‘Kind’ – attorno a questo tema. Poi è arrivato ‘Tryptic’, un adattamento dei tre pezzi (‘The missing door’, ‘The lost room’ e ‘The hidden floor’) precedentemente creati per la prima prestigiosa compagnia di Nederlands Dans Theater. 

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L’ULTIMO GIRO DI NUMERI E CURIOSITA’

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 ▪ Il team di Peeping Tom – artisti, coreografi, tecnici, designer, collaboratori – è composto da 16 nazionalità.

▪ L'artista più anziano di Peeping Tom ha 83 anni, il più giovane 21.

▪ Oltre 280mila persone in tutto il mondo hanno visto uno spettacolo di Peeping Tom.

▪ Più di 1500 comparse locali in tutto il mondo si sono esibite in uno spettacolo di Peeping Tom.

▪ Per la complessità delle loro creazioni, Peeping Tom impiegano in media 2 anni di preparazione per ogni spettacolo.
▪Nel ’21 per la prima volta Peeping Tom ha allestito una performance site-specific, ‘La Visita’, titolo italiano per un lavoro nato tra gli spazi espositivi della Collezione Maramotti, nell’ex fabbrica via Fratelli Cervi, a Reggio Emilia.

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