" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Nell'estate di Bolzano irrompe quell'aria frizzantina del Printemps alla francese

Marie-Agnès Gillot in ‘For Gods Only/ Sacre # 3’ (foto di Julien Benhamu)

 A poche ore dall’annuncio della nomina di Olivier Dubois a nuovo direttore artistico di Tanz Bozen/Bolzano Danza (con la manager culturale Anouk Aspisi), il coreografo francese presenta al Teatro Comunale della città altoatesina, il 23 luglio alle 21, uno degli appuntamenti più attesi di questa edizione di TA/BO 2024: ‘For Gods Only/ Sacre # 3’ per l’Étoile Marie-Agnès Gillot, in cui l’Orchestra Haydn diretta da Timothy Redmond eseguirà la partitura del ‘Sacre du printemps’ di Stravinsky con un organico eccezionale di 95 elementi, come originariamente pensato dal compositore per il debutto nel 1913 e mai più riproposto.

 ‘Immagino una Diana cacciatrice senza selvaggina, una Marilyn senza vestito, una Callas senza voce, un samurai privato dell’onore del combattimento. Dalla stella (étoile) al buco nero: una storia del nostro tempo!’: questa la singolare dichiarazione programmatica di Dubois per un lavoro a cui contribuiranno anche musiche originali realizzate da un suo storico collaboratore, François Caffenne.

 Marie-Agnès Gillot, tra le singolarità del curriculum, vanta di essere stata, nel 2004, la prima Étoile dell’Opéra di Paris nominata dopo la rappresentazione di un un titolo di danza contemporanea, ‘Signes’ di Carolyn Carlson. Prima ballerina e poi pure coreografa di gran fama, Marie-Agnès ha dati l’addio alle scene dell’Opéra, nel 2018, danzando un toccante ’Orphée et Eurydice’ di Pina Bausch.

Ha anche affrontato il palcoscenico con il nostro Pippo Delbono e la sua eccentrica compagnia, nel 2011, per ‘Dopo la battaglia’, che prendeva spunto dal fallimento di un nuovo progetto artistico legato ai 150 anni dell’Unità d’Italia.

 Con questo evento di metà festival e la nomina di Dubois per le prossime edizioni, sul quarantennale della rassegna sudtirolese si può ben dire che sventoli idealmente la bandiera francese. C’è grande attesa anche per la chiusura, con la prima rappresentazione italiana di ‘Age of Content’ di (La)Horde per il balletto di Marsiglia, che è stato uno degli spettacoli più applauditi ed elogiati dell’ultima Biennale Danza di Lione

 In fondo, di questa impronta francese a TA/BO si può anche sottolineare il significato politico-culturale in senso lato, considerando che questa raffinata rassegna della Fondazione Haydn contribuisce alla sprovincializzazione di un territorio alpino tradizionalmente legato alle proprie tradizioni e al mondo tedesco, dove l’icona popolare di tante valli è da sempre quell’Andreas Hofer che guidò la rivolta anti-napoleonica.

 Ovviamente pure il mondo del balletto italiano gode di grandissima considerazione nell’ambito di Tanz Bozen, e in questa edizione lo si è visto anche soltanto dallo straordinario successo tributato all’incantevole e raffinato ‘Femina’ della compagnia Abbondanza/Bertoni, che non era una prima rappresentazione e nemmeno un’opera di così facile lettura, anche se di straordinario impatto sul piano dello spettacolo.

Il coreografo Olivier Dubois, neo direttore artistico di Bolzano Danza (foto di Julien Benhamu)

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