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Un pugno d'indiscrezioni sul gelo artico dei Peeping Tom in arrivo a fine ottobre

Romeu Reda in scena a S 62° 58', W 60° 39’ dei Peeping Tom (foto Olympe Tits)

 Curiosa sorte per un paesaggio artico, seppur virtuale: è nel caldo torrido fuori stagione di questi giorni a Madrid che viene rimontata la straordinaria scena di plastica glaciale di S 62° 58', W 60° 39’, il nuovo spettacolo dei Peeping Tom

 Per giovedì 5 ottobre, nella Sala Roja de Los Teatros del Canal, uno splendido edificio d’architettura contemporanea di 35mila metri quadrati, la nave incagliata con il cast d'attori ballerini e il regista Franck Chartier, prova a riprendere il mare aperto di una ricca programmazione europea, con ben quattro date italiane a fine ottobre.

 Non mancano i dramaholici italiani sfegatati tifosi della pluripremiata compagnia di danza e teatro con base a Molenbeek-Bruxelles, e perciò sono considerati tra i più importanti appuntamenti d’inizio stagione le repliche di S 62° 58', W 60° 39’ a Torino danza (24-25/10) e al Festival Aperto de I Teatri di Reggio Emilia (28-29). 

 Tra l’altro, in parallelo, a Reggio Emilia lo stesso fine settimana dello spettacolo al Valli verrà allestita di nuovo la bella mostra fotografica di qualche anno fa che Arianna Arcara ha dedicato a due loro precedenti opere, ‘La visita’ e il capolavoro ‘Tryptich’.  

 Torino danza e I Teatri di Reggio Emilia sono tra i co-produttori del nuovo spettacolo e quindi l’attesa è ancor più motivata: per non rovinare niente a nessuno, questo sito, anche in questa occasione, cercherà di stare alla larga dai rischi di spoilerare troppo. 

 Dopo Lione, dove S 62° 58', W 60° 39’ ha esordito alla Biennale danza, tra le ovazioni del pubblico del grandioso TNP di Villeurbane ma anche con qualche aperta critica nel dibattito con Franck Chartier che è seguito alla rappresentazione del 21 settembre, si sa che i Peeping Tom si sono rimessi al lavoro per aggiustare il tiro, soprattutto del finale.

 Madrid andrà perciò considerato un vero e proprio secondo debutto, per questa sorta di metateatrale ‘Apocalipsis del presente en el Ártico’ - così recita la locandina - e si vedrà di nuovo bene quali saranno le reazioni sincere del pubblico dei fans, anche nel confronto dopo lo spettacolo previsto per venerdì 6, se ci saranno solo hurra.  

 Sul piano della cronaca va registrato che all’esordio l’istituzione lionese si è premurata addirittura d’inviare una mail agli acquirenti dei biglietti per mettere le mani avanti in un’epoca di ossessivo ‘politicamente corretto’ dominante.

E’ inutile aggiungere alla missiva, qui riprodotta, che il copione di S 62° 58', W 60° 39’ prevede parecchie battute e scene di quelle non proprio gradite alle educande ‘woke’.

 La scheda ufficiale suggerisce semplicemente che la nuova creazione è di Franck Chartier, senza cioè la doppia firma di Gabriela Carrizo, ovvero l’altra metà dei Peeping Tom (intravista a Lione all’uscita del dibattito con sigaretta accesa, sorriso sulle labbra e trolley già in mano) e ha per tema la fragilità. 

 ‘La ricerca della verità e delle emozioni autentiche porta tutti oltre i propri limiti. Gli interpreti mettono a nudo le loro emozioni e le loro vite, ma lottano anche contro la spinta del regista ad andare ancora più in profondità. Dopo anni di sacrifici, volenti o nolenti, iniziano a chiedersi cosa accadrebbe se si rifiutassero'.

Ancora: 'Finzione e realtà si rompono nel tentativo di sfuggire ai circoli viziosi della violenza. Gli attori cercano di mettere in scena una rivoluzione, la fine di tutto, un nuovo inizio. Ma potrebbe essere solo un'altra opera di finzione’.

 Fin qui la tramina ufficiale, poi arrivano una frase e un pugno di domande d’interpretazione.

‘In un costante processo di riavvolgimento e ripetizione del trauma, ambientato in un implacabile paesaggio artico, S 62° 58', W 60° 39' solleva nuove discussioni su ciò che vogliamo creare sul palcoscenico al giorno d'oggi.

È questo l'unico modo in cui possiamo elaborare i nostri traumi? Quale poesia vogliamo lasciare dietro di noi? Quale messaggio? Oppure dovremmo smettere di creare per una volta? Il regista dovrebbe lasciar perdere tutto?’

 No spoiler, s’è detto: quindi bisogna girare alla larga da un’adeguata ripresa delle prime critiche pubblicate in francese, abbastanza feroci, per esempio, con la firma e lo sguardo al femminile di Célia Jaillet su 'Inferno magazine'.

Nelle altre invero più generose non mancavano suggestivi e imprevedibili paragoni con i Sei personaggi di Pirandello, Federico Fellini, Buster Keaton e Charlot (Nicolas Villodre su cult.news) ma anche perplessità sulla drammaticità e persino sull’arredamento (‘tutto sommato sensazionale, divertente all'inizio ma poi ingombrante’, Fabrizio Migliorati, persinsala).

 Amen. I due fortunati dramaholici che hanno potuto vedere la prima lionese assicurano che, da un punto di vista tecnico, visionario e anche dell’interpretazione, Peeping Tom garantiscono assolutamente di nuovo un livello davvero alto e pressoché unico. 

 E poi S 62° 58', W 60° 39’ merita anche solo per aver così portato alla ribalta la bravura come attori di alcuni ballerini dei Peeping Tom, in particolare di Romeu Runa, formatosi a Lisbona e visto di recente proprio a Reggio Emilia in scena per Alain Platel. Una conferma dopo il film indipendente ‘Great Yarmouth: provisional figures’, in cui Romeu ricordava il miglior Elio Germano (basta guardare lo showreel sul sito della sua agenzia).

 Infine, sempre che riusciate a trovare un biglietto - a Torino c’è solo da sperare nella lista d’attesa, per Reggio qualche posticino ancora è libero, galleria ad appena 13 euro -, vale il prezzo anche solo una battuta, tra le tante (più che al drammatico lo spettacolo in realtà vira sul comico) che prende di mira un intoccabile riverito maestro del teatro. Se ne riparlerà presto. Per ora: ánimo, madrileños...

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