Sveglia, milanesi! Sarete anche i numeri uno per qualità della vita, ma una bella lezione d'umanità ci vuole
20.11.2024
22 tipi di solitudine...
Nello spettacolo che Yana Ross ha modulato intorno ai racconti di David Foster Wallace, bisogna letteralmente “entrare”, attraversandone la scena, ingombra dei resti di quegli “uomini schifosi”, per prendere posto e coscienza della nuova condizione di osservatori un po’ guardoni che il testo pretende. Passiamo attraverso una quarta parete di normale squallore ed eccoci lì, ormai complici, pronti ad essere smascherati delle imbarazzanti fattezze del perbenismo, come la coppia nello strip club o l’eccitatissima conduttrice di talk show. Imparentati nella solitaria miseria della condizione umana, sfogliamo un album di famiglia, greve e inopportuno, cullati dalle meste melodie dell’orchestrina di ‘lonesome cowboys’, consolati dall’innocenza della scena primaria che nell’opera ci introduce; la coppia che copula però sono due professionisti del cinema erotico.
Bisogna essere dei professionisti per cavarsela con dignità nel groviglio delle relazioni, da dilettanti si finisce solo per enfatizzare le proprie mancanze, quelle solitudini irreversibili cui siamo condannati. DFW, che all’ industria del porno dedicò un saggio magnifico, non è mai stato così vivo: la regista lituana distilla con grande maestria la poetica smarrita, la pietas malinconica di uno dei più grandi autori di inizio secolo. Grazie Yana, grazie per la tua grazia rude, per il tuo sguardo tagliente ma luminoso: DFW ci mancherà per sempre, ma grazie a te oggi ci sentiamo un po’ meno soli.
Arni Canali
Nella foto di Sabina Boesch, un momento di ‘Brief Interwies with…’