" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

A proposito di settimane bianche (e di turismo coloniale)

Dalla Biennale di Lione 'Moss People' di Kim Simonsson

Oltre che di vacanze sulla neve, l’inizio dell’anno è soprattutto periodo di buoni propositi, a ciascuno la sua propria, privatissima lista, ma almeno uno andrebbe condiviso, e testé attuato: andare di più al cinema, tutti, sempre, possibilmente a vedere buoni film, che in giro ce n’è parecchi. E, a questo proposito (già, per l’appunto), cosa di più adatto per incominciare bene che la strepitosa maratona che il Cinema Beltrade di Milano dedica a Ruben Ostlund, che proprio con un film su una famiglia in settimana bianca ha inaugurato la trionfale sequenza delle sue vittorie al Festival di Cannes? Il film in questione è Forza Maggiore (Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard, Cannes 2014), e racconta di una famigliola modello in vacanza sulla neve, che scopre di non essere poi così felice, né tantomeno perfetta, a causa del crollo di una valanga. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da lui, il padre non esita neppure un istante a mettere in salvo soltanto sé stesso e l’irrinunciabile I-Phone, incurante di quelli che dovrebbero essere i suoi cari. Che, usciti comunque incolumi dallo scampato pericolo, cirimangono parecchio male, prima fra tutti la nevrotica consorte-chioccia (ma già si sapeva, durante le settimane bianche succedono cose brutte, cfr. 'La settimana bianca' di Emmanuel Carrère, Adelphi).

Con questa storia urticante, che sovverte il comune buon senso narrativo, secondo il quale un evento/stimolo “importante” serve ad innescare un meccanismo virtuoso di rivalsa e riscossa, il cui unico scopo è confermare l’incontrovertibile superiorità dello status quo altoborghese, Ostlund inizia la sua impietosa indagine sulla mascolinità inetta. Che proseguirà con The Square (Palma d’Oro 2017) e Triangle of Sadness(Palma d’Oro 2022), entrambi potentemente irriverenti nei confronti di due grandi santuari degli immeritevoli privilegiati di oggidì: l’arte, nella peggiore espressione della sua mercificazione, e il mondo del lusso, vero e proprio iperuranio del denaro. Entrambi a loro volta grandissimi film, di quello che ormai si può considerare un Maestro, alla stregua dei classici del passato, perché ne aggiorna le urgenze con una poetica spassosamente contemporanea, a tratti persino profetica, basti pensare all’installazione e alla performance di The Square….

Ma torniamo alle vacanze, sublime forma passivo/aggressiva di invasione territoriale e di sfruttamento di chi quel territorio lo possiede e lo abita, da parte di chi si ritiene sotto sotto migliore, in quanto meritevole di riposo e ricreazione. Se la settimana bianca di 'Forza Maggiore' rappresentava per la famigliola il tentativo di replicare una “familiarità” tra i suoi componenti mutuata dall’immaginario della pubblicità, la crociera dimsuperlusso di 'Triangle of Sadness' diventa l’esplorazione dei confini da superare nello smisurato espandersi del proprio ego patrimoniale, in una sorta di colonizzazione del reale. Nell’universo asfittico della barca dei ricconi si può pretendere qualunque cosa, da un barattolo di Nutella portato in elicottero allo svago coatto del personale di servizio, così da credersi e riconoscersi l’un l’altro onnipotenti ed intoccabili. Ma anche in questo caso, ci penserà la Natura, con le sue semplici forze maggiori, a smascherare i millantatori e a riequilibrare un ordine sociale del tutto arbitrario.

E, a proposito di turisti insostenibili, un altro ottimo film è nelle nostre sale in questi giorni, 'Godland' del regista islandese Hlynur Pàlmason: narra di un giovane sacerdote danese della fine del XIX secolo, turista per caso e colonizzatore d’anime per vocazione, che attraversa l’Islanda, ancora sotto l’occupazione della Danimarca, per costruire una chiesa. Come da secolare tradizione, sarà arrogante e stupido, non rispetterà né persone, né animali, né usi né costumi, pretendendo di imporre a tutti la meschinità del suo mondo, soprattutto l’uso della sua lingua sgraziata. La storia parte da un fatto reale, il ritrovamento di alcune lastre fotografiche, in una cassa appartenuta ad un prete, a quanto pare appassionato precursore di Instagram…

(Maratona Ostlund: dalle 10:00 di venerdì 20 gennaio alle 11.50 di sabato 21, al Cinema Beltrade, in via Oxilia 10, a Milano. Film: Involuntary, Play, Forza Maggiore, The Square, Triangle of Sadness)

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