" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Uno spettacolo potente di genere e amore

 ‘Romances inciertos, un autre Orlando’, opera del 2017 a firma François Chaignaud e Nino Laisné, in scena sino al 20 ottobre al Teatro della Triennale di Milano, è uno spettacolo potente, animato da una grazia pertinace, fatto “della materia di cui son fatti i sogni”. Nel corso di tre ipnotici atti, scanditi da evanescenti interludi musicali, si insinua nello spettatore con la potenza di un filtro sciamanico, per guidarlo in un cammino trasognato che dall’epica dei romanceros si avventura sino alla malinconia dei gitani.

 L’Orlando di Virginia Woolf, fluido viaggiatore nei tempi e nei generi, è insieme pretesto ed origine di questo viaggio iniziatico nel profondo del nostro immaginario culturale, un santino propiziatorio che i due autori portano con sé più per affetto che per necessità. L’intento di Chaignaud e Laisné è genere, per arrivare ad un sincretismo artistico in cui tutto, gesto, respiro, melodia, si completa ed armonizza. Non si tratta insomma di definire, ma di raccontare, o meglio ancora di evocare, un sapere antico che ci accomuna.  

 In una scarna scenografia di arazzi bucolici quattro solisti di musica antica accompagnano le straordinarie mutazioni di François Chiagnaud attraverso il tempo e la storia, in un avvicendarsi di creature fantastiche  che vede la scalza fanciulla guerriero archetipica di tante mitologie risvegliarsi sui trampoli danzanti del San Miguel reinterpretato da Garcia Lorca, destinato a sua volta a trascendere in una dolente Passione da Settimana Santa, che prelude alla sofferta passione di una mutevole gitana, custode accorata, seppur maliziosa, degli innumeri misteri del desiderio.

 Un po’ bambole meccaniche, un po’ figurine umbratili proiettate da un inconscio collettivo, le varie incarnazioni messe in scena dal formidabile performer finiscono per ripercorrere l’intera storia della danza, con un rigore filologico da avanguardie del secolo scorso.

 Se il romanzo della Woolf era stato definito una lettera d’amore per la sua diletta Vita Sackville-West, lo spettacolo di Chaignaud e Leisné lo è per i Ballets Russes di Diaghilev e Nijinsy.

Del resto, nel 2020 Chaignaud ha coreografato un Bolero dedicandolo proprio a Bronislava Nijinska, ma questa è un’altra storia...  (continua)

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