" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Per il trattamento dei disturbi depressivi da teatro, rivolgersi ai Professori Vetrano e Randisi

Enzo Vetrano e Nicola Borghesi, dietro Stefano Randisi in 'Grazie della squisita prova' (foto Paolo Cortesi)

 Certo nessuno sa evocare così bene le meraviglie del cielo anche solo muovendo una mano e lo sguardo, come i due maestri di teatro Enzo Vetrano e Stefano Randisi in una scena di ‘Grazie della squisita prova’.

Eppure vale la pena di cominciare proprio dall’orizzonte in cui s’inscrive questa prima pièce propriamente stellare della compagnia bolognese Kepler-452 , che dopo anni di teatro impegnato e senza nomi di richiamo in cartellone, con Nicola Borghesi si ferma un attimo a riflettere sul senso del proprio lavoro e può farlo ‘con e per’ due attori e protagonisti di prim’ordine.

 Per non sembrare gli stolti che guardano il dito e non la luna, dunque, la prima nota positiva va a questa riproposizione del ‘teatro fuori dal teatro’, che è poi la ragion d’essere di questa nuova iniziativa milanese de Le stanze, che ha organizzato alla sala delle colonne della Fabbrica del Vapore, il 16 ottobre, una serata emozionante e viva, per un’ottantina di spettatori raccolti a semicerchio davanti agli attori, con una distanza-vicinanza di pochi metri e nessun palcoscenico a dividere i piani.

 Il prossimo appuntamento di Le Stanze sarà dal 9 all’’11 novembre al Museo del Novecento con una performance che s’interroga sulla natura stessa dell’esibizione nell’arte, ‘Exibition’ di Cuocolo/Bosetti.

 Borghesi e compagni di Kepler-452 hanno già da tempo lo sguardo ben aperto oltre le barriere fisiche e istituzionali dei teatri, anche solo per motivi di anagrafe: sono più o meno della prima generazione nativa digitale.

Erano appena passati da Milano presentando ‘Il Capitale, un libro che non abbiamo ancora letto’ (nato durante l’occupazione della fabbrica GKN), grazie all’associazione culturale Zona K, che da un decennio pratica molto bene il ‘teatro fuori dal teatro’ e propone programmazioni alternative in una città teatralmente polverosa.  

 Tornando a Kepler-452, dopo numerose esperienze e con una certa varietà di proposte, si è meritata una quota parte di credito anche internazionale, e sempre non per caso i nostri ‘teatr-attivisti’ bolognesi sono stati invitati, con questo spettacolo dal titolo neo-marxista, al Kunsten Festival Des Arts di Bruxelles. 

 Il piccolo grande Belgio, faro europeo del teatro, è patria di compagnie di primissimo ordine e luogo di coltura per eccellenza dell’innovazione, dal post-drammatico alla sana tendenza appunto a provare riportare il teatro, la danza e le arti performative nel corpo vivo della società, uscendo appunto fuori dai teatri (ne parleremo a parte quanto prima).

Il cast de 'Il Capitale' (foto di Enrico Baraldi)

 Finito lo sguardo sull’orizzonte, veniamo al gioiellino ‘Grazie della squisita prova’, che è un vero e proprio scambio di doni: Nicola Borghesi rende omaggio alla storia e alla grandezza di Enzo e Stefano, e i due vecchi mestieranti cercano di aiutare l’autore, alla loro maniera insieme superficiale e profonda, paradossale se non grottesca, a restare nel solco tradizionale del lavoro teatrale.

Al fondo, c’è il dono del teatro al pubblico, ovvero l’emozione e, forse, anche quella piccola luce che ciascuno degli spettatori si porta poi a casa, fosse pure uno squarcio sulla condivisione di un vasetto di miele o sulla bellezza di una albicocca matura, piuttosto che invece l’illusione di vivere come se non si dovesse morire e anzi di giocarci allegramente sopra.

 ‘Grazie della squisita prova’, il titolo, è una battuta sarcastica di un grande protagonista della scena italiana dagli anni Settanta all’alba del secondo millennio, Leo De Bernardinis, e viene spiegata molto bene nello spettacolo perciò è un peccato spoilerare.

Resta da aggiungere: non pensate che dietro a questo titolo e al tema del confronto generazionale tra attori sul senso del mestiere del teatro, si nasconda la solita polpetta avvelenata in salsa meta-teatrale, vagamente ombelicale; ricordatevi pur sempre che con Vetrano e Randisi lo spettacolo è assicurato e sempre straordinariamente anche divertente. 

 Vale il biglietto, per dire, solo per i due momenti autobiografici, Enzo che ricorda quando, dopo le prime crisi d’identità come giovane attore, scoprì la salutare medicina di fare la iena, e Stefano che ritorna al momento in cui da bambino s’è innamorato del teatro, apre un vecchio libro di famiglia e legge in siciliano…

 Basta così. Sembrano così vicini, e in questo caso lo sono per davvero in scena, eppure vengono da un altro pianeta e si possono soltanto ammirare. Soprattutto se si pensa che questi due protagonisti riconosciuti (ma in fondo non troppo, rispetto a certe mezze calzette di successo), sono ancora lì che si cambiano in uno sgabuzzino accanto ai bagni, e s’impegnano lo stesso a recitare perfettamente ‘con e per’ i giovani colleghi Borghesi antiborghesi.

 Anche in questo caso vanno in scena, Vetrano e Randisi, come hanno sempre fatto, qualche volta anche solo per quattro gatti in sala, mettendosi in gioco totalmente, tanto quanto faranno tra pochi giorni addirittura in Cina, a Wuhzen, per un maestro che è già quasi un monumento come il greco Theodoros Terzopulos, e con un testo sacro come ‘Aspettando Godot’.

 Visto accanto a una giovane ballerina, appassionata di danza e poco incline al teatro di prosa (ma subito pronta a rivedere Vetrano-Randisi quando torneranno a Milano per ‘Aspettando Godot’), e a tre sedie da un’altra ragazza con il fidanzato incantati... 

 P.S.: Se’ Grazie della squisita prova’ è anche uno spettacolo della memoria, alla fine il vostro vecchio dramaholico è come se fosse tornato il liceale che s’intrufolava alle prove delle compagnie alternative e militanti, ma non disdegnava nemmeno di andare a vedere i mostri sacri, alle pomeridiane degli spettacoli popolari-borghesi, e per fortuna!, che così ha visto recitare, tra gli altri, Salvo Randone pirandelliano impareggiabile... e non avendo osato allora appostarsi per chiedere l’autografo… (vedi sotto)  

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