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Ritorna dalla Cina 'La Tempesta' e ne arriva pure il distillato 'nudo e crudo' per extra-borghesi

Calibano con Stefano e Trinculo ne 'La Tempesta' di Alessandro Serra

 E tu, mia carne e mio sangue, fratello mio, che hai nutrito l'ambizione e rinnegato pietà e natura...per quanto tu sia snaturato...io ti perdono.

 Con questo distico che segna la svolta misericordiosa di Prospero, il profilo Facebook di Teatro Persona, la compagnia di Alessandro Serra, ha annunciato la ripresa conclusiva della lunga tournée italiana de ‘La Tempesta’, con il primo appuntamento al Teatro Carignano di Torino dal 7 al 19 novembre.

 Lo spettacolo originale è stato presentato con grande successo anche in Cina, al festival di Wuhzen, dal 19 al 21 ottobre scorso, e tra i pochi fortunati italiani presenti è stata netta la sensazione di un profondo consenso del pubblico locale rispetto a una lettura così rigorosa del messaggio chiave dell’ultimo capolavoro shakespeariano. 

 Si vede che i cinesi, soprattutto in un momento così particolare, non hanno nessuna difficoltà ad assaporare ‘un’opera d’arte popolare, politica e spirituale, che smascherando le meschinità umane e le battaglie fratricide per una terra in cui tutti dicono di essere arrivati per primi, parla di perdono e compassione’ (sono parole del regista stesso).

 In attesa di un prossimo progetto a cui starebbe già lavorando, Serra ha deciso di cogliere l’occasione di questi ultimi scorci (1) della lunghissima esperienza tempestosa per misurarsi con una nuova sfida che ha voluto intitolare ‘La danza dell’omissione’ e che introduce così:

𝖯𝗋𝖾𝗌𝖾𝗇𝗍𝖺𝗋𝖾 𝖫𝖺 𝖳𝖾𝗆𝗉𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗂𝗇 𝗎𝗇 𝗅𝗎𝗈𝗀𝗈 𝗉𝖾𝗋𝗂𝖿𝖾𝗋𝗂𝖼𝗈 𝗉𝖾𝗋 𝗎𝗇 𝗉𝗎𝖻𝖻𝗅𝗂𝖼𝗈 𝗉𝖾𝗋𝗂𝖿𝖾𝗋𝗂𝖼𝗈. 𝖲𝖾𝗇𝗓𝖺 𝗌𝖼𝖾𝗇𝗈𝗀𝗋𝖺𝖿𝗂𝖾, 𝗅𝗎𝖼𝗂, 𝗈𝗀𝗀𝖾𝗍𝗍𝗂, 𝖼𝗈𝗌𝗍𝗎𝗆𝗂. 𝖲𝗈𝗅𝗈 𝗎𝗇 𝗊𝗎𝖺𝖽𝗋𝖺𝗍𝗈 𝖽𝗂𝗌𝖾𝗀𝗇𝖺𝗍𝗈 𝗂𝗇 𝗍𝖾𝗋𝗋𝖺, 𝗂 𝖼𝗈𝗋𝗉𝗂 𝖾 𝗅𝖾 𝗏𝗈𝖼𝗂 𝖽𝖾𝗀𝗅𝗂 𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝗂. 𝖮𝗆𝖾𝗍𝗍𝖾𝗋𝖾 𝖼𝗂ò 𝖼𝗁𝖾 𝗇𝗈𝗇 è 𝗉𝗂ù 𝗇𝖾𝖼𝖾𝗌𝗌𝖺𝗋𝗂𝗈 è 𝗎𝗇 𝗅𝗎𝗌𝗌𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝖼𝗂 𝗉𝗈𝗌𝗌𝗂𝖺𝗆𝗈 𝗉𝖾𝗋𝗆𝖾𝗍𝗍𝖾𝗋𝖾 𝗌𝗈𝗅𝗈 𝖽𝗈𝗉𝗈 𝗎𝗇 𝗇𝗎𝗆𝖾𝗋𝗈 𝖾𝗅𝖾𝗏𝖺𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝗋𝖾𝗉𝗅𝗂𝖼𝗁𝖾, 𝗊𝗎𝖺𝗇𝖽𝗈 𝖼𝗂𝗈è 𝗅’𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝖾 𝗁𝖺 𝗅𝖾𝗍𝗍𝖾𝗋𝖺𝗅𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾 𝗂𝗇𝗍𝗋𝗈𝗂𝖾𝗍𝗍𝖺𝗍𝗈 𝗅’𝖺𝗉𝗉𝖺𝗋𝖺𝗍𝗈 𝗌𝖼𝖾𝗇𝗂𝖼𝗈. 𝖱𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗌𝗈𝗅𝗈 𝗅𝖺 regia, 𝖼𝗂𝗈è 𝗅𝖺 𝗌𝖼𝗎𝗅𝗍𝗎𝗋𝖺 𝖽𝖾𝗅 𝗍𝖾𝗆𝗉𝗈 𝖾 𝖽𝖾𝗅𝗅𝗈 𝗌𝗉𝖺𝗓𝗂𝗈, 𝖾 𝗂𝗅 𝗍𝖺𝗅𝖾𝗇𝗍𝗈 𝖽𝖾𝗀𝗅𝗂 𝖺𝗍𝗍𝗈𝗋𝗂, 𝖺 𝗌𝗈𝗌𝗍𝖾𝗀𝗇𝗈 𝖽𝖾𝗅 𝗏𝗎𝗈𝗍𝗈. 𝖠𝗅 𝗉𝗎𝖻𝖻𝗅𝗂𝖼𝗈 è 𝗋𝗂𝖼𝗁𝗂𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗎𝗇𝖺 𝗉𝖺𝗋𝗍𝖾𝖼𝗂𝗉𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝗍𝗈𝗍𝖺𝗅𝖾: 𝗅’𝖺𝗍𝗍𝗈 𝗂𝗆𝗆𝖺𝗀𝗂𝗇𝗂𝖿𝗂𝖼𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗏𝗂𝗌𝗍𝖺 𝗂𝗇𝗍𝖾𝗋𝗂𝗈𝗋𝖾. 

 I primi due appuntamenti di questo singolare post-allestimento andranno in scena a Torino, il 16 novembre, per il Movimento Teatro Marchesa della Pace (lodevole esempio di teatro sociale e di comunità alla periferia della Barriera di Milano), e il 1° dicembre nella Casa circondariale di Modena. Seguiranno Bari e Roma, dove Serra è atteso anche per la presentazione del suo libro su ‘La Tempesta’ per Luca Sossella editore.

 Chi ha già visto questo indimenticabile ‘La Tempesta’ - e siamo ormai a migliaia, da quella prima del 3 aprile del 2022 alle Fonderie Limone di Moncalieri - sa quanto siano efficaci anche solo i pochi elementi scenici, dal grande telo dell’incipit alla spettacolare discesa di una rella di abiti teatrali, per non dire di quella trave di legno che viene innalzata e mossa, dei rami nella gerla di Calibano o di altro ancora. Senza nemmeno parlare dei costumi, semplici e bellissimi, o del suono, molto curato, e delle luci, così sobrie e cinematografiche come è nello stile di Serra. 

 Quindi, in bocca al lupo per la ripresa, e soprattutto agli attori per queste riprese ‘nude e crude’ dinanzi a un pubblico ‘diversamente vestito’ e preparato, rispetto ai tradizionali borghesi da teatro di prosa.

 Che cosa voglia dire rinunciare del tutto ai vari strumenti della proposta teatrale, usando solo la parola e la recitazione, Serra lo descrive bene con le sue poche righe sopra riprodotte, nelle quali uno spettatore appassionato può riconoscere come in filigrana vari riferimenti, cominciando dal titolo.

 Volendo, ‘la danza dell’omissione’ richiama tout court l’antropologia teatrale di Eugenio Barba, e dunque la lezione di Grotowski, di cui è intrisa anche la sfida di riduzione all’essenziale esaltata nella maturità da Peter Brook, altro modello di riferimento…

 E, poi, quel tocco finale sull’immaginazione plurale del pubblico, in luogo della scenografia, non evoca in fondo pure Eduardo De Filippo in una delle celebri intemerata anti-teatrali ?

 Sono chiacchiere in libertà che valgono soprattutto per ribadire come Serra sia un autore e regista non solo pregevolissimo, perfettamente nel solco di un teatro contemporaneo, con una notevole riconoscibilità internazionale, ma pure in qualche modo anche dentro una nobile tradizione italiana d’arte popolare.

La copertina del volume di Serra dedicato a questo nuovo adattamento de 'La Tempesta'

 

(1) Calendario 2023 ‘La Tempesta’

Torino, Teatro Carignano, 7 – 19 novembre; Bari, Teatro Piccinni, 23 – 26 novembre 2023; Modena, Teatro Storchi 30 novembre – 3 dicembre; Vercelli, Teatro Civico, 5 dicembre; Villadossola (VCO), Teatro La Fabbrica, 7 dicembre; Bolzano, Teatro Comunale, 14 – 17 dicembre; Piacenza, Teatro Municipale, 20 – 21 dicembre.


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