" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Rovereto chiede alla danza se esistono ancora un Nord e un Sud del mondo, e che cosa significa oggi Occidente

'Nomad' di Sidi Larbi Cherkaoui, chiusura di Rovereto 2024 (foto di Filip Vanroe)

 Come se non bastasse Bolzano Danza, la regione Trentino-Alto Adige vanta un altro prestigioso festival internazionale, che a dire il vero è stato il primo ad aprire i battenti, ormai 44 anni fa: Oriente Occidente Dance Festival di Rovereto, conosciuto per la presenza di coreografi e compagnie dal mondo intero. Da qualche stagione questo appuntamento, che viene opportunamente costellato di conferenze e dibattiti, è dedicato al tema dei Mediterranei (1).

 Ad aprire la nuova edizione di Oriente Occidente Dance Festival, il 30 agosto al Teatro Zandonai, 'DUB' di Amala Dianor, uno spettacolo nato nei sobborghi di molte città del mondo, durante il tour di un precedente lavoro del coreografo di origini senegalesi.

‘Dianor, affascinato dalle street culture, ha invitato sul palco undici giovani street dancer da Francia, Stati Uniti, Congo, India, Sudafrica, Costa d’Avorio, Italia, Gran Bretagna’ spiega il comunicato. ‘I performer si alternano in assoli e sincronizzazioni su una scenografia che ricorda scorci metropolitani, celebrando i nuovi movimenti che rifiutano le categorizzazioni e rivendicano identità multiple’. 

 Il secondo spettacolo di richiamo, domenica 1 settembre, sempre allo Zandonai, è firmato da Dorothée Munyaneza, che torna a recuperare le sue radici - è di origine del Ruanda - 30 anni dopo il genocidio, lavorando con giovani artisti e artiste locali, ‘per guardare al futuro di un Paese che oggi è in grande fermento creativo e che vuole sognare il domani sublimando, non dimenticando, il suo doloroso passato. Il titolo ‘Umuko’ viene dal nome di un albero che per la coreografa rappresenta un ricordo d’infanzia, una pianta curativa custode di storie lontane.

 Il 5 settembre sarà Thomas Lebrun a portare invece sul palco di Oriente Occidente il Centro America e la prima incursione su un tema caldo della società. ‘Con ‘Sous les flors’, infatti, il coreografo francese ci invita a conoscere la comunità Muxes, nel sud del Messico, composta da persone che nascono maschi ma si sentono femmine, considerate un vero e proprio terzo genere che, seppur riconosciuto e libero di esprimersi, non ha diritto di sposarsi. 

 Arriva dalla Francia, proprio come Lebrun, anche Leïla Ka, coreografa rivelazione 32enne, già interprete per Maguy Marin che, secondo il quotidiano ‘Le Monde’, è oggi la coreografa più presente nelle programmazioni francesi.

Di Leïla Ka Rovereto presenta in prima italiana ‘Maldonne’, il nuovo lavoro dedicato alle donne: cinque interpreti sul palco vestiranno numerosi abiti mostrando quante possono essere le identità femminili e i modi per essere donna (4 settembre, all’Auditorium Melotti).

 Di grande prestigio anche il nome dello spettacolo di chiusura del Festival: Sidi Larbi Cherkaoui, il coreografo belga, artista associato al Sadler's Wells di Londra, già presente a Oriente Occidente nel 2019.

Quest’anno torna, sabato 7 settembre al Teatro Zandonai, con ‘Nomad’, un balletto che - si legge nella scheda ufficiale - 'vuole celebrare il senso di comunità e l’amicizia, uniche vie di salvezza in un mondo che a volte somiglia a un deserto a cui sarebbe difficile sopravvivere in solitudine'. 

 Tra gli altri appuntamenti a tema, un singolare incontro di culture e identità lontane tra loro è rappresentato in ‘The Rite of Spring’ di Seeta Patel (3 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Lo spettacolo è parte di AECF - Asia Europe Cultural Festival 2024 e porta in scena la tradizionale ‘Sagra della Primavera’ di Igor Stravinsky in una rilettura in chiave Bharatanātyam, danza classica tra le più diffuse in India, luogo delle origini della coreografa. 

 Ci sarà ovviamente anche la danza italiana, che Oriente Occidente Dance Festival promuove e coltiva da sempre, anche attraverso progetti originali e residenze. Di prim’ordine, lunedì 2 settembre all’Auditorio Melotti, il debutto della nuova produzione della Compagnia Abbondanza/Bertoni, che dopo il magnifico ‘Femina’ volta lo sguardo all’universo dell’identità maschile contemporanea con ‘Viro’, un duetto tra Cristian Cucco e Filippo Porro

 Torna a Rovereto anche Michela Lucenti con il suo Balletto Civile, per un triplo appuntamento. ‘Eclissi’, l’ultimo lavoro della compagnia, co-prodotto da Oriente Occidente, con un gruppo di giovanissimi performer, in anteprima assoluta il 6 settembre, all’Auditorium Melotti.

Il progetto prevede inoltre un lavoro di comunità che la compagnia porterà avanti nelle settimane precedenti al Festival e grazie al quale amanti della danza e del teatro saranno in scena al Festival per due interventi urbani, ‘Del perdersi’ (5 settembre, Urban City) e ‘Del ritrovarsi’ (6 settembre, ex Chiesa S. Osvaldo). 

 Ancora, Aristide Rontini, coreografo sostenuto dal progetto Europe Beyond Access, presenta al Festival una trilogia ispirata a Pierpaolo Pasolini, in due diversi momenti, ‘Lampyris Noctiluca’ (2 settembre, al Mart) e ‘Frammenti di infinito’ (5 settembre, Teatro alla Cartiera), una co-produzione Oriente Occidente. 

 Venendo agli artisti associati, Carlo Massari, di casa a Rovereto dal 2021-2024, porta avanti anche un progetto della sezione People con persone over 70 e debutta con la nuova produzione ‘Strangers in the night’ (31 agosto, al Teatro alla Cartiera), interamente realizzata negli spazi di Oriente Occidente Studio, 'che combina realismo sociale a una scrittura tragicomica, invitandoci a riflettere sul presente e sul futuro prossimo attraverso uno humor nero e pungente'. 

 Un altro ritorno, infine: Nicola Galli presenta in prima assoluta ‘Deserto tattile’ (3 settembre, al Teatro alla Cartiera), definito 'nuova creazione che unisce gesto, luce e suono facendo del deserto metafora di una condizione esistenziale'.

Leïla Ka, coreografa rivelazione francese, a Rovereto con 'Maldonne' (foto di Nora Houguenade)

(1) Presentazione di Oriente Occidente 2024

 (Rovereto: 30 agosto - 7 settembre)

 Più di 40 eventi in 9 giorni di Festival tra spettacoli e conferenze con artiste, artisti e compagnie provenienti da 15 diverse nazioni.

Oriente Occidente conclude il suo viaggio nei Mediterranei con uno sguardo sempre più ampio, questa volta dedicato alle relazioni che si intrecciano e ai nuovi equilibri che si vanno costruendo: quale sguardo è necessario per guardare al mondo di oggi? 

 L’ultimo capitolo di Mediterranei non poteva che concentrarsi su ciò che attraversa e rende complesso questo spazio plurale, da sempre teatro di fiorenti incontri da un lato e di violenti scontri dall’altro.

Le relazioni che si intrecciano in quello che nei nostri planisferi è posto al centro del mondo sono il focus su cui si è concentrata la programmazione del 44° Oriente Occidente Dance Festival, che non si sottrae ad affrontare i grandi temi di attualità e ancora una volta si rivolge all'Arte e agli artisti, alla loro capacità di abitare i confini, di proporre nuove visioni, di trovare nuove narrazioni. 

 Oriente Occidente, in scena a Rovereto tra il 30 agosto e il 7 settembre prossimi, anche quest’anno si nutre di pluralità e lascia spazio alla contraddizione, interrogandosi su temi come identità, appartenenza, riconoscimento, rappresentazione, voglia di riscatto, nuove utopie, mettendo in discussione i punti cardinali, il senso di centro e di marginalità, andando alla ricerca di quali relazioni oggi determinano gli equilibri. 

 Esistono ancora un Nord e un Sud del mondo? Cosa significa oggi Occidente? Cosa rimane di queste definizioni? In un contesto in cui dividere le mappe in quattro parti appare riduttivo, quanto ancora sono impari le relazioni tra questi poli? Se disparità e diseguaglianze nella distribuzione delle risorse sono innegabili, provando a decolonizzare lo sguardo, quanta cultura, danza, arte, moda, tendenze, musica arriva da lontano subendo spesso processi di appropriazione? 

 Queste le domande che il capitolo finale di Mediterranei inviterà a farsi, attraverso spettacoli, performance, conferenze che sempre più sembrano invitare e invitarci ad assecondare un desiderio, ma anche un’urgenza, di relazione.

 Il programma come sempre unirà grandi nomi della scena internazionale alla produzione italiana e a nuove tendenze dal mondo, e quest’anno si arricchisce anche grazie all'importante collaborazione con Asia-Europe Foundation (ASEF) per Asia-Europe Cultural Festival 2024 un vero e proprio Festival nel Festival, dedicato all’incontro tra i due continenti attraverso le arti.

Ultimi Articoli