" /> Lassù tra le montagne si balla all'insegna della natura: Bolzano Danza fa 40 con un programma festoso e superlativo

Speciale Milano Festival: la fine del mondo e della nostra Europa si combatte con la poesia

Una scena di 'Saigon' (foto di Jean Louis Fernandez)

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Un bell'ingorgo di proposte al Piccolo

Gli spettatori appassionati sono quasi come i tifosi di calcio, tutti commissari tecnici della nazionale, pronti a criticare ogni volta la formazione. Per poi magari ricredersi. Non si può certo rimproverare al direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi di aver fatto partire in modo esitante, sotto il profilo del contenuto, il festival Presente Indicativo, edizione 2024 'Milano Porta Europa': la concentrazione di belle proposte nel primo week-end era da ingorgo. Pur nella distrazione generale di un certo pubblico tradizionale milanese.

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Quante emozioni in quel ristorante viet

'Saigon', lo spettacolo che ha consacrato il talento di Caroline Guiela Nguyen, è di una disarmante bellezza: storie di vita, di amore e d'emigrazione che s'intersecano tra il Vietnam del '56 e la Parigi del '96, così semplicemente che anche solo l'essenzialità della recitazione, di questa compagnia di attori franco-vietnamiti del Teatro di Strasburgo, sarebbe da dieci con lode. Tre ore e mezza di verità e poesia che si potrebbero rivedere anche subito. Peccato che a Milano sia arrivato prima 'Fraternité, conte fantastique', prova più recente e non così eccellente della stessa Caroline Guiela Nguyen...

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Quel Mostro è anche dentro noi spettatori

Di nuove forme d'arte drammatica come quelle che propongono al meglio Filippo Andreatta e il suo OHT, l'Italia del sistema teatrale ne avrebbe bisogno come l'aria. Anche 'Frankenstein' è un piccolo gioiello di costruzione, un esempio suggestivo di quel 'teatro di luogo' che esce dalle sale per farsi realtà artistica. E anche un modello per comprendere finalmente che l'impegno - in questo caso ecologico - si può presentare in modo non solo frusto e retorico. Come un'opera d'arte contemporanea può persino irritare una parte di pubblico, e questo è solo un bene.

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Chiediamo scusa a vossia, Monsieur Pascal

C’è già chi rimpiange Pascal Rambert, con tante scuse per aver garbatamente celiato la sua auto-considerazione. Mentre esce di scena dal Grassi, la seconda parte del suo trittico per il Piccolo Teatro, ‘Durante’ (peraltro molto pregevole) si sparge la voce che non ci sarà ‘Dopo’. Che figuraccia chiudere un'annunciata trilogia senza fare la terza parte, soprattutto dopo quel monologo antifascista fatto interpretare da Arlecchino in ‘Durante’…

Stina Fors e Silvia Costa in un passaggio di 'Frankenstein' (foto di Andrea Macchia)

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