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20.11.2024
Transart22/ Altro che jodel e pantaloncini di cuoio
Chi si vuole consolare con i festival, in attesa della ripresa autunnale delle programmazioni teatrali, e chi vuole davvero provare qualche esperienza originale, non ha che da seguire Transart22, che si apre alle Officine Fs di Bolzano il 7 settembre con ‘Oozing Earth’. Presentato come “una sorta di inno apocalittico che evoca l’ultimo atto della vita terrestre”, mescolando musica classica contemporanea con il genere black e death-metal, è frutto del lavoro del compositore nordtirolese Bernhard Gander con i musicisti di Ensemble Moderne e il tocco ‘extreme’ della voce di Attila Csihar e della batteria di Flo Mounier.
Multidisciplinare e di ricerca, Transart è un festival nato per esplorare "le nuove frontiere del contemporaneo", tra teatro, musica, danza, arti figurative, cinema e nuove tecnologie digitali. E lo fa con uno stile inconfondibile, sempre sofisticato eppure anche bruciante, dettato dal suo fondatore e guru, Peter Paul Kainrath, pianista e manager culturale, tra l’altro presidente della World Federation of International Music Competitions, che riunisce i concorsi musicali più importanti del mondo.
Transart22 vede Kainrath affiancato da un direttivo tutto al femminile, e si connota anche quest’anno per il suo deciso sapore ‘glocal’, che non ha niente a che vedere con l’immagine stereotipata del Tirolo turistico ma combina una forte attenzione al territorio, anche ai suoi talenti artistici, con la vocazione internazionale, innovazione e tradizione, ricerca d’avanguardia e impegno nel presente.
Sempre affascinanti anche le scelte delle location: per esempio, la splendida Abbazia di Monte Maria in val Venosta apre le porte, sabato 10 settembre, a un’opera del compositore gardenese Eduard Demetz che si muove tra musica e letteratura, storia e religione.
Domenica 11 doppio appuntamento dentro la storica miniera di Ridanna, dove la clarinettista Barbara Maria Neu si esibirà in una singolare ‘Stalltänze’, performance eco-femminista sulla giornata dell’allevatrice di capre (firmata dalla compositrice Petra Stump-Linshalm e con la regia di Maria Sendlhofer), e poi risuoneranno come strumenti le macchine del lavoro minerario insieme con le voci di un coro alpino.
Di livello assolutamente notevole, ancora, l’appuntamento al Teatro Stabile di Bolzano il 13 settembre con ‘Billy’s violence’ della Need Company di Jan Lawers, una raffinata casa d’artisti di frontiera, molto impegnati e innovativi. Questo nuovo progetto condensa tutta la brutalità delle dieci tragedie di Shakespeare, interrogandosi sul significato della violenza nell’arte e nel mondo di oggi.
A tal proposito Transart22 offre altri diversi spunti sulla più viva attualità internazionale, ma converrà riparlarne a parte. Per ora rimandiamo al programma integrale, e complimenti agli organizzatori.
Nella foto di Laura Ettel, Barbara Maria Neu con il suo strumento e una capretta